Milano, Bruno Mondadori, 2002
Qui interessa un frammento di questo libro sulla soggettività in relazione al lirismo.
Osserva Gardini che "il lirismo è una concezione linguistica del soggetto. Nel lirismo il soggetto tenta di definire se stesso attraverso le parole (nella narratività, invece, attraverso l'azione) (p. IX).
La poesia lirica è "il dominio della soggettività autoriflessiva, cioè lo spazio letterario in cui l'io considera se stesso e si descrive in rapporto ad altro" (p. XIII).
L'altro è "generalmente incarnato nella donna amata, nella natura, nel potere o nello stesso io" (p. XIV).
La differenza tra la lirica prima e dopo il Romanticismo è che in passato il soggetto si proponeva come esperienza comune a tutti; mentre col Romanticismo la "coscienza soggettiva" diventa la "misura del mondo" (p. X).
Infine nel moderno il soggetto si dissolve, si moltiplica, perde l'identità autobiografica (pp. 180-81).
Quanto all'ultima constatazione, è proprio così? Non si costituisce un'identità biografica e autoriale ingigantita nonostante la frammentazione nell'era tardomoderna?
[Roberto Bertoni]