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A cura di / Ed. Roberto Bertoni.
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ISSN 2009-7123
25/02/11
George Nolfi, THE ADJUSTMENT BUREAU
[From the walls of Brussels, 2010. Foto di Marzia Poerio]
George Nolfi, THE ADJUSTMENT BUREAU. USA 2011. Sceneggiatura orientata dal racconto ADJUSTMENT TEAM di Philip K. Dick. Con Emily Blunt e Matt Damon
Solo per il meccanismo delle "correzioni", ma non per l'intreccio, basato sul racconto di Dick, si tratta di un film visualmente interessante con spunti surrealisti nelle finestre che danno su vuoti, paesaggi urbani ed esterni, e per la presenza di un gruppo di operatori con cappelli di feltro che potrebbero essere un richiamo, pur nella diversità della forma, a Magritte. Ben congegnato e lieve il tono, col contrasto tra i compassati "correttori" e gli esagitati terrestri.
La storia, che tra parentesi contesta anche l'eccessiva ambizione personale e la oppone all'amore, mentre mette in gioco le due grandi forze del caso e della necessità, ovvero gli elementi fondanti del destino, è quella propria di una fiaba agiornata ai nostri giorni. Per un errore commesso dai rappresentanti dell'adjustment bureau, l'ufficio correzioni (se traduciamo letteralmente), Norris, un giovane candidato alle elezioni statunitensi, rincontra per un errore del disegno universale, una ballerina già conosciuta per caso: ciò non è consentito dal piano cosmico, di cui i correttori sono gli esecutori, in quanto Norris è destinato a una brillante carriera politica che egli metterebbe a repentaglio se vivesse una distraente relazione sentimentale troppo impegnativa. Da qui si dipana la necessità di correggere la catena di eventi che per un minimo scarto cambierebbe il fato di Norris; si dipana così una serie di avventure, che sarebbe ingiusto raccontare nei particolari togliendo al film il gusto del dettaglio episodico e che si conclude col trionfo della volontà sul caso, addirittura con un cambio di rotta da parte dell'Architetto cosmico, Dio immaginato come invisibile e onnipresente, impietosito dalla costanza dell'amore.
Beh, siamo dunque noi preda di questo destino? Ci sono angeli che solo certuni possono vedere in determinate cicostanze come già in film precedenti, per ricordarne due IL CIELO SOPRA BERLINO di Wim Wenders e LA CITTÀ DEGLI ANGELI di Brad Simberling? Domande così e il gusto del colore e del balzano ci accompagnano all'uscita dal cinematografo in cui si proiettava questo film...
[Renato Persòli]