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A cura di / Ed. Roberto Bertoni.
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ISSN 2009-7123
25/09/10
Sean Redmond, STUDYING CHUNGKING EXPRESS
[Thinking of memory (Detail from Hong Kong). Foto di Marzia Poerio]
Sean Redmond, STUDYING CHUNGKING EXPRESS. Leighton Buzzard (GB), Auteur, 2008
Si tratta di un libro agile e didattico sul film di Von Kar-Wai recensito su “Carte Allineate” in data 1-11-2009.
Ha ragione Redmond a inserire CHUNGKING EXPRESS tra i capolavori del cinema d’autore. Le ragioni che adduce sono le immagini in parte sperimentali e in parte legate alla cultura popolare mentre i protagonisti “sembrano fluttuare all’interno e all’esterno dell’azione cinematografica come spettri” (p. 7).
Il film è ricco di metafore, tra le quali Redford segnala “i significanti della perdita e del rimpianto” (p. 8).
Frattanto si delineano i simboli allegorici della società in transizione (Hong Kong sulla soglia del passaggio all’amministrazione cinse, di cui il riflesso anche nell’incertezza esistenziale dei protagonisti): visioni di “commerci, alimenti, traffico velocizzato e congestionato, folle di persone colte in perpetuo movimento” (p. 8).
Il film è giustamente collocato tra le influenze subite dalla nouvelle vague e soprattutto da Godard e il new wave di Hong Kong che comprendeva negli anni Settanta registi quali Tsui Hark, Ann Hui, John Woo, Ringo Lam e Patrick Tam (p. 17).
La struttura narrativa è aperta, nondimeno i motivi che si ripetono legano le azioni. Per le azioni rapide e la colonna sonora si può al contempo parlare di elementi commerciali, siamo dunque all’interno di un caso di ibridazione proveniente dalla città per eccellenza delle commistioni, almeno come la sperimentava Won Kar-Wai negli anni Novanta.
Il tema, nonostante l’ironia e l’umanità del film, è quello struggente della perdita e della delusione amorosa, che potrebbe anche concludersi positivamente dato che il finale, col ritorno della seconda assistente di volo della seconda storia potrebbe convertirsi in un viaggio a due verso un qualche futuro.
Resta tuttavia al centro della poetica di questa pellicola più la presenza che la soddisfazione del desiderio (p. 40), accompagnata da una tendenza all’assunzione non solo di emozioni sentimentali frustrate ma anche di cibi e altre sensazioni (p. 42).
Si tratta in definitiva di un contesto allegorico della crisi di identità individuale sullo sfondo della tarda modernità come pure di una crisi delle relazioni sociali e di una rappresentazione delle loro impermanenza nel quadro specifico di Hong Kong (p. 48).
Accompagnato da un’analisi testuale e da un’utile bibliografia, si tratta di un libro tanto esile per numero di pagine (circa ottanta), quanto mirante a penetrare la densità dell’opera di Won Kar-Wai.
[Renato Persòli]