15/09/10

Gabriella Mignani, EFFETTI INDESIDERATI


[The Tulip (Insadong, Seoul). Foto di Marzia Poerio]


Gabriella Mignani, EFFETTI INDESIDERATI. La Spezia, Cinqueterre editore, 2010

Leggibile e agile è la prosa di Gabriella Mignani, giornalista che ha lavorato presso “La Nazione” e il “Secolo XIX”, autrice di un saggio sui rapporti tra Dante e Mazzini e di monografie di artisti.

Nel volumetto di racconti EFFETTI INDESIDERATI, delinea situazioni che variano dalla crisi dei rapporti interpersonali di amicizia e d’amore, alla presenza del caso e dei confini anche del magico e dell’inquietante nella vita quotidiana.

In GIOCHI DI BIMBE, il lato oscuro emerge dietro una normalità apparente, tramite il gioco che sconfina in una sfida psicologica tra due amiche d’infanzia, una delle quali potrebbe condurre l’altra a rischiare la vita: per invidia, forse, e comunque per un’ostilità latente, non confessata in modo aperto. Fin da questo racconto su un’età che precede quella adulta, il gioco della vita appare pericoloso ed esposto alla possibilità di travalicare i confini della cosiddetta “normalità”.

I comportamenti estremi si delineano come se fossero la risultante di una serie di eventi accumulati e apparentemente semplici e comuni, che in realtà provocano conseguenze ampie e spingono in direzioni che all’inizio di queste storie non erano necessariamente prevedibili, fino all’orlo della malattia mentale, come nel racconto conclusivo, intitolato DISFATTA.

Talora è una rivelazione inopinata che dà la chiave di volta di atteggiamenti tali da proporsi inizialmente come inspiegabili; si veda, in QUESTIONE DI STILE, la gentilezza accompagnata da freddezza di un marito che si allontana dalla moglie e delle cui motivazioni al distacco solo all’ultimo capoverso il lettore viene a conoscenza.

La vita che viviamo è resa come una routine inficiata dal disamore e dall’incomunicabilità, in storie i cui protagonisti femminili attraversano crisi sentimentali ed esistenziali; e da cui escono con riti di passaggio come uno strano rituale dei tarocchi in VIA DEL POGGIO, in cui la liberazione dal passato non arriva tanto per via del concreto contenuto magico adottato, bensì del corrispettivo psicologico nella mente della protagonista.

La magia compare anche in SPIRITI INQUIETI, in cui una seduta spiritica dà luogo a comportamenti nuovi e inattesi da parte di due partecipanti che finiscono per essere spinti l’uno verso l’altra a formare una coppia, non tanto, ancora una volta, per credenza nel contenuto specifico dello spiritismo, ma per l’effetto inconscio che esso scatena.

Le spiegazioni di queste situazioni, che qui non descrivo nei particolari concreti per non togliere la suspense alla lettura, potrebbero essere tanto razionali quanto irrazionali. Si resta in sospeso, si insinua il fantastico come in GIRO DI VITE, uno dei testi di Henry James citati da Mignani; mentre il James più realista e di interni e vite borghesi viene citato, in modo ancora più impegnativo fin nel titolo di uno dei racconti, RITRATTO DI SIGNORA, la cui protagonista sta leggendo appunto questo romanzo e riflettendo soprattutto su una frase jamesiana che pare adattarsi a vari racconti di Mignani: “Le cose sono sempre diverse da quello che potrebbero essere” (p. 50).

Una serie di coincidenze determinano “effetti indesiderati”, per richiamarsi al titolo del volume. La vita, scrive Mignani, è “spesso insipida”; ma è possibile, nel passarvi in mezzo, “scherzare col fuoco”, ovvero trovarsi al confine periclitante tra il vissuto delle sicurezze e quello dell’investimento sulle possibilità che potrebbero modificare la monotonia, ma anche condurre all’estremo opposto, non necessariamente piacevole.

Dotati di una misura di brevità e asciuttezza, questi racconti indicano quanto la condizione di tarda modernità attuale sia caratterizzata da alienazione e scollamento tra pensieri e atti.


[Roberto Bertoni]