Ancora siano i segni sulle rocce
a dischiudere il tempo
profili di guerrieri e bisonti
in cammino
sotto un piccolo sole, in forma di stella
ansanti
per chilometri brillanti di pioggia
profili di automobilisti e tir
sommersi da onde radio
vibra
un dolmen poco lontano
con la sua forza immobile
convoca mani e rami
Tre pietre
- minima famiglia scampata al diluvio -
in silenzio guardarle nella notte
accostando l’orecchio al tronco dell’ulivo
sentirsi roccia linfa voce
arca approdata in terra
fusa in terra
Ancora siano i segni sulle pagine
a traghettare il tempo
lontanissimi lembi di cielo
pulsano sulle onde, inondano
lo schermo, si raggiungono
Dammi parole dunque, dammi segni
piangi sulla mia spalla, o ridi
offrimi le scene della gioia, incontrami
Prima che si diradi la foresta
prima che accada il nero errore
prima dell’ultima risata
( la ruota della terra
è il suo continuo ridere, convulso )
Roma, 2005