03/02/10

Marina Pizzi, L’INVADENZA DEL RELITTO, 2009 [30-39]

30.

scompare nella canicola il morso
di staccare come intonaco il coma.
è un peccato davvero che il rimario
sia rimasto accordato al tonfo.
così finisce la parola
nell’ebete che consuma
somme incredibili di bava
dietro alla ragazza.
in un eremo di scompiglio
ha valutato dio
un centesimo per il tombino.
altri s’incorniciano la mente
con il successo dell’obiettivo.
attivo sempre attivo comunque
farcela. in uno scantinato di ventagli
è salito sul veliero che valorizza
ieri e domani, adesso. è vincitore
dalla cruna di un ago, dal mare
in tempesta.


31.

sono più infelice di un cane
abbandonato sull’autostrada.
la frittata di me è prossima
nel tatuaggio dell’elemosina.
le varie madonne e i vari dèi
simpatizzano con l’avversario.
in pace non avrò che teschi
di prim’ordine. tu togli dal termosifone
la merenda del mattino, non importa
che sia calda al momento del consumo.
le fiaccole dei protestanti sono un’eresia
non calmeranno l’ingiustizia. passa da me
la scopa che non serve. le vene sono
esauste nello sterminio di una donna
presa nel petto dalla stanza tragica.
inverno sotto il mitra della spesa
ucciderà i passeri cantori.


32.

oggi me ne vado in uno stradone
infinito, rettore di sé per i sassi
alti e la tonaca di prati.
nei venti chiassosi dell’autunno
sono le foglie nel grembo di ieri.
ha una sicurezza che disarma
la bibliotecaria addetta alla coltivazione
degl’inservienti. il turno delle funi
è stato posto per dar morte alla storia
della cometa. così divampa l’ariosità
del vento plurimo e perfido. dove
il dolore ricava ritmi di bassa lega.
la calamite giunonica vuole la sabbia
per bisacce di aureole e calvari
di riso sulla ruggine per sempre.
il pessimo crociato che ci annulla
sfama le botole del nero pece
questi cacciatori di misfatti al rasoterra.


33.

in mano alla palla quadra di morire
so lo zoppo quaderno degli appunti
i dividendi che non furono giusti
con le fole che inzupparono lo sguardo.
di panico stravince l’erba-tana
il noviziato grazioso dell’ultimo bambino
preda al sorriso.
attorno alla scalata della fossa
s’urge un mattino che fa da bambino
i detriti della luna che non dorme.


34.

la cassetta della posta come oblio
abituro costante di lacrime
dove la cresima del muro
è un anfiteatro di sterpi
spettri di amori che non tornano.
di te il dispendio dentro
la mascella della notte
io che ti amai senza spensieratezza
né virtù. l’alone della morte
ha chiavistelli di visi uno sull’altro
tu l’unico chiaro amatissimo baule.
le isole ventose con echi di pazzie
ire sulle punte degli scogli. in anni-
darsena imparai le cose che servono
al passato. tu che te la ridi pagliaccio
paglia che t’infuocò l’anima del senza
risveglio. pensiero, sei
una sfinge d’occhi moltiplicati per il fulcro
della sabbia. nebbia blasfema l’arsura
del ricordo, l’aureola del dondolo quando
felicità la cicala dell’agosto non agognava
l’ombra in braccio alla riva
della clemenza d’aria. l’altero crepuscolo
è divieto alla meridiana del tempo alla misura.


35.

non è fortunato l’equilibrio
del sale. tutto si contrae in una reliquia
amanuense di sé senza dio. il pietrame
delle confische aggregano dolore.
qui si dice che morì l’idioma
del bel nascere. l’umidità materna
volpe di sole per le vie innamorate
che la baciano. ciarla di nuca voler
bene al mondo quando ciascuno dondola
l’abisso. l’ospedale dei bambini
con la misericordia dell’aquilone.
con la cernita delle olive è stato visto
lo spartiacque giusto, la cerimonia
del vuoto con l’origine.


36.

non sono la figlia del macellaio
eppure mi sento macellata
lastricata di pece
ghigliottinata senza santità.
il mare al mio cospetto
è un’unghia vuota
un costato che ringhia
vendetta. in mano alla domenica
del ghiro nulla imparo se non
dormire per attutire disperazione.
tu nel cuore delle tegole del cuore
offri bravure che non sanno arrendersi
se non dentro il costato della ruggine.
con questo stato con la nuca che sanguina
vago lo stato che mi trarrà bambina
nel nome del ciliegio sovraccarico.
dammi un’attesa di privilegio
un gioco in tasca che mi faccia vincere!


37.

amami con la cesura di perdermi
con lo spavaldo consenso dell’afa
che fa fanciulla la smorfia di soffrire.
invia l’alt all’orco di presenza
invoglia la stazione a farmi tornare
dove l’arrivo voglia la mia gioia.
sacrosanto indovino la voglia suicida
dove si spoglia l’arsione dell’arringa
mutismo atavico in preda alla tortura.
scaturigine di me questa risacca
parente con la morsa dell’acciaio
con la mestizia della crepa sulla nuca.
la trappola connessa con la paglia
ha il potere di crollo sul grattacielo.


38.

amo la leggiadria del fosso
la rondine che passa premurosa
sorella della rosa che si spoglia.
in verità includimi in uno stipetto
per sonnecchiare una vita docile
il proverbio che mi sembri più appropriato.
in fin dei conti non ho un sentiero
né una voce stabili dentro un reame
che cade a pezzi. per dirti lo sfacelo
che mi azzanna pensa al sapere di una nuvola
reclusa dai tetti che la forano.
in mano alla stampella del silenzio
vago da sola in maniche di camicia
avendo il freddo che non avvalora.
la crudezza della risma è tutta chiusa
nel magazzino che la contiene.
il ragazzino che tacita le finestre
sa raggiungere il volo senza tonfo.


39.

includimi nel riverbero del sale
nell’alunno miope e sordo che sei
senza pietà sì raro! confondimi col suolo
dell’orto con il papavero accanto
al semaforo. al fianco della zattera
ritorno col nome che mi persi
quando naufrago nella resistenza
stetti avvoltoio di me stesso senza
scialuppa. in breve sotto l’erta della sabbia
imparai l’abicì dell’altare. da qui al gelo
del pontile sparai la rotta per non
sentirla in bocca. nessun alfabeto
mi seppe parlare con la carica del bacio.
ora mi taccio col l’elemosina nel palmo
e il miliardo di lacrime nel feto dell’occhio.
l’assedio è molto prìncipe fa da impero
alla giraffa corta del cielo. interpellato
dal fato di fine voglio la tunica dell’angelo
con le ali farcite di coccole mai giammai
vanesie. tu cingimi il lavacro con le rose!



Le sezioni 1-10, 11-20, 21-29 dell'INVADENZA DEL RELITTO sono state pubblicate su "Carte allineate" in data 3-11-2009, 15-12-2009, 19-1-2010.