29/12/09

Julio Jaramillo, ODIAME

Julio Jaramillo (1935 – 1978) è stato un noto cantautore ecuadoreño. ODIAME è un bolero, cioè originariamente una danza con canto diffusasi da Cuba ad altre parti dell'America Latina [1], ma si può anche intendere, in vari casi, il bolero come una melodia romantica. Nella canzone di larga diffusione della quale qui di seguito diamo le parole, colpisce l'universalità del concetto "Odi et amo", che da sempre attraversa l'espressione emotiva, tanto nella cultura alta quanto in quella popolare; e compare più esplicitamente in un'altro bolero di Jaramillo, che si intitola appunto TE ODIO Y TE QUIERO [2]. La semantica di ODIAME è connotata da termini ad alta frequenza, ripetuti e parte del dizionario condiviso dai fedeli d'amore non in cerca di lessico raro o di metafore originali. La coloritura è affidata a una retorica del paradosso che, una volta finito il fidanzamento, si aspetta che il sentimento perduri e finge di desiderarlo per lo meno sotto forma di odio. Si determina una passionalità pronunciata per il tramite di questa richiesta, che viene però contraddetta tramite l'invocazione della labilità di tutte le cose nella morte, un altro richiamo tanto cólto quanto popolare. Non certo un modo attuale di chiudere una storia amorosa se è vero che nella maggioranza dei rapporti della tarda modernità, secondo le varie osservazioni sociologiche, oggi quanto era cade nell'indifferenza (e questo riteniamo certo più valido dell'odio), i sentimenti forti si raffreddano, gli attori delle relazioni passano dalle separazioni e dai divorzi ad altre relazioni.


Ódiame por piedad yo te lo pido ódiame sin medida ni clemencia,
quiero mas que indiferencia
porque el rencor hiere menos que el olvido.

Si tú me odias quedare yo convencido
de que me amaste con insistencia, pero ten presente
de acuerdo a la experiencia, que tan solo se odia a lo querido.

Que vale más yo humilde y tu orgullosa
o vale más tu débil hermosura, piensa
que en el fondo de la fosa llevaremos la misma vestidura.


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Odiami per pietà, te lo chiedo senza mezze misure né clemenza,
chiedo qualcosa di più dell'indifferenza
perché il rancore ferisce meno dell'oblio

se mi odierai rimarrò convinto che mi hai amato con assiduità,
ma tieni presente, secondo quanto detta l'esperienza,
che si odia solo ciò che si ama.

A che serve ormai che io sia umile e tu orgogliosa
o a che serve la tua bellezza fragile, pensa
che nella fossa porteremo la medesima veste [3].


NOTE

[1] Cfr. Bolero.

[2] L'ascolto è a TE ODIO Y TE QUIERO.

[3] Le parole della canzone sono tratte da Letras y cordes net. L'esecuzione acustica è a Jaramillo.


[Renato Persòli]