15/01/09

Zhang Ailing, LA STORIA DEL GIOGO D'ORO


[Shrine in Lantau. Foto di Marzia Poerio]


Zhang Ailing, LA STORIA DEL GIOGO D'ORO. Titolo originale JIN SUOJI (1943). Traduzione dal cinese e postfazione di Cristina Lavagnino. Milano, Rizzoli, 2006

Si intrecciano vari personaggi appartenenti a due famiglie di Shanghai, con un'ambientazione negli anni Dieci del Novecento. La protagonista, Qiqiao, andata sposa a un infermo più anziano di lei, al quale sacrifica la giovinezza, inasprisce il proprio carattere, perseguitando in risposta alla propria frustrazione chi la circonda con violenze psicologiche gravi che arrivano a far interrompere gli studi e stornare l'unica possibilità di matrimonio della figlia.

Storia di solitudini, di difficoltà di vita all'interno delle antiche istituzioni cinesi ancora vive in un mondo che si sta modificando, di prigionia dentro la vita personale e sociale (che sono come un "giogo d'oro"), questo romanzo esprime al contempo la claustrofobia della dimensione familiare portata all'estremo del controllo e della partecipazione, con un'attenzione verso i beni materiali mascherata in pubblico da convenzioni e comportamenti ritualizzati.

Il racconto ha una intenzionale universalità: "La luna di trent'anni fa è già da tempo tramontata, e sono morti quelli di trent'anni fa, ma le storie di trent'anni fa non sono finite, non possono finire" (p. 121). Nondimeno si tratta di un racconto imbevuto nella tradizione e nel paesaggio cinesi, privo di sentimentalismi ma carico della cultura da cui proviene.

La postfazione di Lavagnino commenta il romanzo e fornisce informazioni sulla vita dell'autrice, nata nel 1920, emigrata dalla Cina negli Stati Uniti e deceduta nel 1995.


[Roberto Bertoni]