19/10/08

Paul Auster, MAN IN THE DARK


[Quadro 12. Immagine inviata dalla pittrice Laura Ford]


Paul Auster, MAN IN THE DARK. Londra, Faber and Faber, 2008

La narrazione in prima persona è svolta da August Brill, avvolto in un complesso lutto interiore per la morte della moglie Sonia e costretto all'immobilità temporanea a causa di un incidente. Brill compie la convalescenza a casa della figlia Miriam, divorziata. Sotto lo stesso tetto vive la figlia di Miriam, Katya, il cui fidanzato è stato ucciso nella guerra in Irak (vi si era recato dopo la rottura con la medesima Katya, da cui il senso di colpa di lei).

Per ingannare la noia, ma soprattutto per non pensare alla propria ferita interiore, Brill si narra mentalmente una storia che ha per protagonista Owen Brick, soldato in una realtà parallela alla nostra, in cui negli Stati Uniti si svolge una guerra civile provocata dall'elezione di Bush nel 2.000. Non si insite sullo sviluppo di questo racconto nel racconto per necessità, essendo il romanzo uscito da poco, di non anticipare il finale: gran parte della suspence è riposta nella storia dell'universo parallelo, che, si dirà qui soltanto, si ricongiunge a quello da noi vissuto con modalità pirandelliane.

Il pessimismo politico ed esistenziale di MAN IN THE DARK sembra completo: l'attualità americana è sconvolta dalla Guerra del Golfo, rappresentata attraverso i sentimenti di due ragazzi presi loro malgrado in un vortice; mentre l'allegoria costituita dalla parte metanarrativa è una divisione interna agli gli Stati Uniti, quasi a dire che la nazione ha perso il proprio scopo unitario nel periodo storico che ha visto emergere le problematiche del terrorismo, delle politiche di Bush e della difficoltà di vivere nella normalità giorno dopo giorno. Si tratta insomma di un romanzo impegnato, come si diceva una volta; l'autore stesso, parlandone in un'intervista, dichiara di ritenere concluso il dominio della destra conservatrice americana; e la denuncia delle ideologie di destra è da ritenersi uno dei messaggi del libro [1].

Sebbene l'aspetto politico sia chiaro, si evita il registro saggistico: gli assunti sociostorici vengono collegati alle crisi del privato dei personaggi e al loro destino (un aspetto, questo del fato, spesso presente in Auster); ed entrano nel dipanarsi dell'intreccio attraverso i moduli di conversazione con cui la storia procede. I dialoghi, com'è comune nello scrittore americano, sono scritti senza virgolette, per cui si hanno flussi di discorso diretto/indiretto con una moltiplicazione delle voci che si incamerano nel corpo del racconto. L'autore scompare dietro un narratore che ne è però un alter ego per quanto riguarda le funzioni (non la personalità): Brill è infatti un critico letterario; richiama al campo della creazione l'occupazione di Katya, che studia cinematografia; infine Miryam è autrice di un saggio. Questi tre personaggi, oltre che portatori di valori etici e di valenze psicologiche, sono dunque cerniere tra l'universo dell'immaginazione e quello della realtà. È quasi un peccato che Brick e la dimensione fantascientifica ricadano nella realtà secondaria del rapporto tra l'autore e la propria creazione invece di restare un'esperienza primaria autonoma..., ma ciò ha uno scopo che chi leggerà noterà.


NOTE

[1] Cfr. Intervista con A. Griffin


[Roberto Bertoni]