17/10/08

Bharat Sha, DEVDAS

Musica di Ismail Darbar e Nusrat Badr. Con Madhuri Dixit, Sharhuk Khan, Aishwarya Rai

Pensando a questa storia fondata su un romanzo noto di Sarat Chandra Chatterjee (o Chattopadhyay) e spesso apparsa in versioni diverse sugli schermi indiani (da ricordarsi soprattutto quella di Bimaly Roy, 1955), la sua fama non ci si stupisce considerando che si appella ai sentimenti: si tratta infatti di una versione dell'archetipo dell’amore ferito, nella fattispecie con un protagonista, Devdas, che tutta la vita si arrovella sul suo errore dopo essere fuggito sia dalla famiglia che dall’amata Paro in quanto la prima non gli permetteva di sposare una donna di condizione sociale inferiore e la seconda, anche lei spinta dalla famiglia, per ripicca e delusione dopo gli undici anni trascorsi ad attenderlo quando lui studiava all’estero, si è sposata con un ricco che la trascura perché avvolto nel ricordo della prima moglie di cui è vedovo.

La delusione di Paro è che Devdas non abbia combattuto subito contro il pregiudizio prendendola in sposa a dispetto di tutto. La condanna di Devdas è al rimpianto perenne, nonostante una danzatrice, Chandramukhi si innamori di lui, gli offra riparo, lo accudisca nell’alienazione da alcool in cui è precipitato. Incapace di ricambiare questo amore, Devdas infligge sull’amante la propria pena, riamandola solo dopo anni e per breve tempo: l’etilismo lo riafferra, muore sulla soglia della casa signorile di Paro impedita di dargli soccorso e il saluto estremo dal marito accortosi che Paro era riuscita ad individuare Chandramukhi, farsela amica, confortare Devdas con un’amicizia platonica.

Se nel romanzo prevalevano le motivazioni sociali della differenza di ceto e della condizione femminile, con messa in rilievo dei pregiudizi che impediscono a Devdas e Paro di pervenire a un lieto fine, la versione cinematografica del 2002 è sontuosa nella ricostruzione di interni, nei costumi, nei balli: di coreografia kathak modernizzata quelli basati sulla canzone SILSILA YE CHAAHAT KA, interpretata da Shreya Ghoshal, e MAAR DALA, cantata da Klavita Krishnamurthy; accattivanti i motivi BAIRI PIYA, anch’esso cantato da Ghoshal, e DOLA RE DOLA (quest’ultimo con danza di derivazione del Punjab attualizzata con orchestrazione e movimenti contemporanei, nell’interpretazione di Ghoshal, Krishnamurthy e Kay Kay).

Il colore dei costumi con dominio del giallo, del verde e del rosso; le case dagli ampi corridoi e vestiboli; la quantità delle comparse; la vitalità della recitazione muovono questa pellicola in direzione dello spettacolo e consentono forse soprattutto per questo la resistenza tardomoderna dell’assunto narrato, che è quello dell’amore contrastato e irrealizzato, della delusione per la rottura della lealtà, del pentimento.

A una prima riflessione, DEVDAS 2002 ci era sembrato eccessivo, forse troppo melodrammatico, ma isolando le parti cantate, osservando su U-tube da vicino i volti, le inquadrature, le mosse, lo abbiamo riscattato e pensiamo adesso che meriti almeno alcuni dei 21 (!) premi ottenuti.

[Reanto Persòli]