23/07/08

Julia Gregson, EAST OF THE SUN


[Grown under the Eastern Sun. Foto di Marzia Poerio]


Julia Gregson, EAST OF THE SUN, Londra, Orion, 2008

L'estenstore di queste note non sa da dove partire per scrivere riguardo EAST OF THE SUN.

Si tratta infatti di un bestseller a sfondo sentimentale, non necessariamente dunque il tipo di romanzo che si recensisca sulle pagine di "Carte allineate". Narra la storia di tre giovani donne, Viva, Tor e Rose, che nel 1928, per il matrimonio di una di loro con un ufficiale inglese del servizio coloniale, compiono un viaggio in India, dove incontrano difficoltà e coinvolgimenti amorosi. Tutte e tre si sposano: ed è con un matrimonio che un anno dopo si conclude questo volume di 458 pagine. Le vicissitudini sono da questo lato piuttosto tipiche proprio nel loro sovvertire i cliché: Rose e Jack (l'ufficiale) attraversano una crisi coniugale; Tor cerca marito per liberarsi del peso della famiglia originaria, principalmente, e troverà infine una relazione soddisfacente e sincera; Viva, orfana, con un segreto relativo alla morte dei suoi genitori, sedotta giovanissima dal tutore, aspirante scrittrice, di estrazione povera, lavoratrice, e personaggio ben delineato psicologicamente, ha un nucleo di reticenza e segretezza che la rende interessante per chi legge, è stata ferita dalla vita, dunque si nasconde al sentimento e si concederà all'affetto per Frank dopo avere risolto l'enigma delle sue origini, conoscendo i segreti di famiglia che si sono determinati appunto in India, e pervenendo di qui alla maturazione che la porta alla realizzazione affettiva.

Se di bestseller si tratta, come si spera di aver lasciato intuire dal paragrafo precedente, c'è una delineazione psicologica attenta e per nulla banale, tutt'altro. In tutti e tre i casi la ricerca del sentimento si converte in una ricerca di sé, soprattutto per Viva.

L'India, in quanto ambiente coloniale britannico, è il catalizzatore anche della differenza tra le protagoniste bianche e i loro partner, nonché la cerchia delle amicizie altolocate, e i movimenti per l'indipendenza: quello gandhiano, che resta sullo sfondo, e quello islamico, che interagisce con l'intreccio, provocando un episodio di rapimento di Viva che coinvolge un adolescente inglese infelice e malato psicologicamente. Se la frivolezza di certi personaggi dell'alta società, come CiCi, moglie di un funzionario britannico, che vivono l'India dei club e della chiacchiera, rappresenta i dominanti, è d'altro lato ben presente l'opera di chi, pur europeo, si coinvolge con al società indiana: medici, infermiere, personale di un orfanotrofio. Al contempo il punto di vista degli indiani è dato con imparzialità. L'aspetto storico sembra definito con chiarezza. L'occhio che osserva quella società è, per motivi di ottica narrativa, quello inglese, ma proprio per questo alla fine funziona, mettendo in rilievo i due lati della questione.

Ci sono naturalezza nei dialoghi, ricostruzione di dettagli dell'ambiente, agilità accattivante della scrittura.


[Roberto Bertoni]