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A cura di / Ed. Roberto Bertoni.
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ISSN 2009-7123
26/05/08
Giuliana Argenio, VENTO ROSSO
[Red. Foto di Marzia Poerio]
Giuliana Argenio, VENTO ROSSO, Roma, Il Filo, 2007
Con un passato di delusione alle spalle, un matrimonio, una successiva storia sentimentale non riuscita, una figlia, Emma Senardi, occasionalmente dedita anche alla cocaina, risponde una sera a un messaggio via Internet di Mauro Gruben, anch’egli proveniente da esperienze sentimentali negative, poeta, dedito all’alcool. I due si conoscono, si innamorano. Improvvisamente, però, proprio mentre la loro storia sembra diventare promettente e salvarli, persino, dalle negatività, Mauro si assenta e scompare. Ha partecipato a un’azione terrorista, è ricercato dalla polizia. Rifugiatosi a Caracas, si rende conto di dover tornare, anche per qualcosa che lo lega a Emma, ma eventi tragici in un finale movimentato glielo impediranno.
Si tratta, da un lato, di un racconto sentimentale, che non si sottrae a momenti anche di lingua carica. Ci sono frasi come “Così gli si rigirava l’anima avvelenata negli anni dai morsi di una vipera che era diventata la sua malattia […]” (p. 29). Da questa angolazione, si rivela una fiducia negli affetti che possano riscattare vite altrimenti problematiche: “dicono che […] l’amore sia la panacea a tutti i dolori della terra” (p. 138). Tale impostazione, tuttavia, non è esente, metalinguisticamente all’interno del romanzo stesso, da critiche e richiami alla realtà, attuati tramite dubbi: “Dicono, perché in verità […] non vi è nessuna certezza” (ibidem); o per mezzo del contrappunto di altri personaggi, per esempio la voce della figlia di Emma, che sostiene della madre: “Pareva uscita da un romanzo di Dumas!” (p. 75).
Dall’altro lato, si ha una storia a sfondo politico. Di sinistra, ma in modo trasparente totalmente aliena al terrorismo, è Emma, capace di individuare le questioni dello zeitgeist vivendole con drammaticità: dalle Torri Gemelle alla Palestina alla povertà dei diseredati. Idealista e in realtà, pur se appartenente a un’organizzazione terrorista, non assassino, Mauro, il cui compagno che si fa chiamare Vento Rosso, dando il titolo al romanzo, è distinto dal protagonista per dogmaticità e avventurismo.
L'ambiente sociale è quello della frammentazione dell’identità contemporanea, della segmentazione della famiglia, dei secondi e terzi rapporti con costruzione familiare, dell’incertezza dei valori e delle concezioni, ma con una critica senz’altro coerente delle istituzioni corrotte e dello stato negativo del mondo contemporaneo.
[Roberto Bertoni]