21/04/08

Vincenzo Natali, CYPHER

2003. Testo: Brian King. Con David Hewlett, Lucy Liu, Jeremy Northam, Timothy Webber

Questo film, visto di recente in dvd, ci è piaciuto. Ha un intreccio serrato, che tiene e ogni volta che si è arrivati al dunque si apre una nuova parentesi che ci porta a dubitare di avere inteso il gioco e ad aprire nuove dimensioni.

Morgan Sullivan è una spia assunta da parte della ditta Digicorp a fini di spionaggio industriale presso un'impresa rivale, Sunways. Degli operatori indipendenti, sotto le vesti di una donna, Rita Foster, cautelano Morgan, rivelandogli i tratti di una manipolazione dei cervelli operata da Digicorp. Assunto da Sunways, la partita si fa rischiosa; e Morgan, ora mutato in un’altra persona, Jack Trusby, con una nuova famiglia e una nuova memoria, ma mantenendo per merito di Rita anche la memoria precedente, si trova invischiato in una serie di doppi giochi, man mano che ci si approssima al finale ambientato dapprima in una cripta sotterranea in cui il protagonista deve accedere a un cd prezioso, quindi nella casa del deus ex machina dell’intreccio, in un confronto con se stesso che lo conduce a scoprire la sua vera identità e i propri scopi.

Il piano ideativo è coeso. Il protagonista passa attraverso tre diverse identità fino ad arrivare alla propria. Lo scopo ultimo di chi vincerà la partita è nobile: salvare una vita umana. Le entità criminali sono le grandi corporations. Si collegano così due motivi validi nella tarda modernità: l’identità e il potere economico.

Ottima la recitazione: la duttilità di Northam e la staticità voluta di Liu.

Ambienti in colori monotoni adatti alla pellicola; lieve design futuribile, buona realizzazione degli interni.

La violenza è limitata e suggerita. La storia è sulle lusinghe del potere e sulla difficoltà a sottrarsene mentre pure lo si combatte.

Peccato che il ruolo dell’individuo prevalga sulla collettività. Ma cosa ci si poteva aspettare? Se non altro nel rispetto delle regole del genere, trattandosi di un giallo con personaggi un po’ alla Diabolik e Eva…


[Renato Persòli]