28/03/08

Gian Paolo Ragnoli, NON RICONCILIATI

Pensando a quanta distanza ci sia tra la nostra vita e i nostri desideri
è chiaro che io vivo oggi una situazione di dissociazione molto profonda
sento di non somigliare più a nessuno nemmeno a me stesso
sono tornato e mi sono messo a scrivere un po' forsennato
ma non è facile cominciare a raccontare una storia
se come questa è piena di spazi bianchi vuoti non detti
lo spazio che mi contiene mi costringe mi soffoca
l'angoscia rispunta con la difficoltà di riconoscersi
di ricordarsi delle carezze scambiate
a questo punto più nulla è semplice
gesti quotidiani come dar da mangiare al cane
farsi una doccia leggere il Manifesto
si caricano di significati oscuri da decifrare attentamente
scrivere diventa allora l'unica via di fuga

D'altra parte perchè si scrive
perchè si macchia d'inchiostro tanta carta
se non per rimandare in un gioco infinito
il momento di agire di vivere davvero
ma forse anche questa è un'illusione
il voler credere che si possa agire
che un nostro gesto faccia una qualche differenza
sull'opaca faccia del mondo

Lontani sono i giorni in cui insieme
si prendeva tutti e ciascuno la parola senza deleghe a nessuno
si criticava il potere qualsiasi volto mostrasse
la parola la scrittura esplodeva come variopinta
isterica liberatoria rabbiosa
nei manifesti nei volantini nelle assemblee
riempiva la città i muri i quartieri
denunciava i padroni attaccava i burocrati
smascherava i nemici
indicava gli obbiettivi e le forme di lotta
ma alla fine ci trovammo schiacciati dispersi divisi
ognuno tornato da solo a leccarsi le proprie ferite
a cercare di capire dove avevamo sbagliato
la società che avevamo sfidato e rivoltato dalle fondamenta
si era richiusa su se stessa
la gabbia era di nuovo solida
i percorsi di vita di nuovo solitari

D'altra parte perchè si scrive
perchè si macchia d'inchiostro tanta carta
se non per provare a se stessi che si esiste ancora
che non ci hanno piegato definitivamente
che ci rimangono almeno le parole
per dire ciò che non siamo ciò che non vogliamo