03/10/07

Michelangelo Antonioni, PROFESSIONE REPORTER

Film del 1975. Dvd Sony Pictures Classics, 2006. Storia di Mark Peploe e sceneggiatura del medesimo con Peter Wollen e Michelangelo Antonioni. Con Ian Hendry, Jack Nicholson, Jenny Runacre, Maria Shneider.


Con scarse probabilità realiste, il protagonista reporter prende il posto di un trafficante di armi mancato per infarto in un paese sperduto dell'Africa e si trova a sostituirlo anche nell'attività professionale, tanto da rimetterci la vita, sordo ai tentativi della moglie, che ha scoperto il suo gioco, di individuarlo per avvertirlo dei pericoli che corre.

Identità, sì, ma come? Forse secondo una concezione moderna anziché tardomoderna, cioè col senso del nonsenso, di una noia non soppressa; del desiderio di cambiare, certo, per allontanarsi dalla routine, come più o meno viene spiegato nel film, ma soprattutto per un'insoddisfazione indeterminata senza nemmeno curiosità eccessiva, con alle spalle il Pirandello del Mattia Pascal (volente o nolente il regista che a suo tempo negò la volontarietà di tale ascendente), o l'assurdo di Camus.

Nicholson e Shneider di quegli anni, al massimo delle possibilità, con una buona chimica quanto a partnership di attori.

La Spagna in parte turistica, in parte inattesa.

La scena, tra quelle conclusive, in cui, per un tempo più lento e lungo del consueto, tra le sbarre di un'inferriata e la plaza de toros (probabilmente di Ronda) sullo sfondo, si svolgono all'insaputa della vittima i movimenti di coloro che lo danneranno e di chi invano tentava di salvargli la vita.

Eppure resta impresso questo film, che nelle inquadrature, nello svolgimento temporale, nelle pause tra i dialoghi e nel colore porta l'dioletto indiscutibile di Antonioni.


[Renato Persòli]