17/06/07

Milorad Pavic (1994), LOST LOVE IN CONSTANTINOPLE: A TAROT NOVEL FOR DIVINATION

London, Peter Owen, 1998


Questi brevi paragrafi avrebbero dovuto vedere la luce molto tempo fa, invece escono anni dopo, a proposito di un testo agile e diverso, di cui è piaciuta anche la rilettura.

L'aspetto divinatorio non si lega, contrariamente a quanto annunciato nella prefazione, al romanzo; e risultano slegate dal contesto narrativo le parti finali di istruzioni su come leggere i tarocchi. Semmai è l'aspetto simbolico dei tarocchi a venire sfruttato nella narrazione: la storia procede in ordine cronologico; nel frattempo ogni capitolo inizia con un simbolo dei tarocchi; il contenuto del capitolo di solito corrisponde al significato allegorico della carta indicata. Si tratta, dunque, di un meccanismo meno serrato che nel CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI di Italo Calvino, che smebrerebbe uno dei modelli di Pavic.

LOST LOVE IN CONSTANTINOPLE segue la vicenda di due famiglie, gli Opujic e i Tenecki, padri e figli, i cui destini sono collegati dalla carriera militare di due generazioni (padri e figli) in campi opposti durante le guerre napoleoniche; e dall'intrecciarsi di storie amorose che alla fine determinano il rapporto sentimentale di un Opujic con l'amante di un Tenecki, il quale è figlio di quello stesso Opujic. Si inseguono duelli e amori come nell'epica, ma qui è più forte il rapporto con Calvino, nella scarsa caratterizzazione psicologica e più marcata caratterizzazione picaresco-simbolica, memore magari del VISCONTE DIMEZZATO più che del BARONE RAMPANTE. La storia delle due famiglie ricorda anche il Marquez di CENT'ANNI DI SOLITUDINE.

Ma forse non c'è nessuno dei riferimento che si sono citati. Certi romanzi nascono da un cappello magico, escono da cassetti segreti, sono composti con nonchalance, il che vuol dire con fatica che non si vede, facili da leggere e difficili da scrivere...


[Roberto Bertoni]