Carmine Abate, IL BALLO TONDO (1991), Roma, Fazi, 2000; LA MOTO DI SCANDERBEG, Roma, Fazi, 1999.
I due romanzi sono ambientati tra Hora e altri paesi arberesh, ovvero di lingua albanese, della Calabria, e la Germania dove molti abitanti di quelle zone emigrano (ciò è più evidente in SCANDERBEG, che in buona parte ivi si svolge, mentre BALLO TONDO è ambientato a Hora, con riferimenti solo sporadici alla Germania). Abate racconta la storia del paese, frammischiando il reale e il fantastico.
In LA MOTO DI SCANDERBEG, il progenitore Scanderbeg, nella guerra di liberazione dell'Albania dai Turchi, in punto di morte fa partire per la Calabria, dove aveva acquisito dei feudi, la sua gente perché si salvi dallo sterminio. Oltre che di questo personaggio storico/mitico, Scanderbeg è anche il soprannome del padre comunista del protagonista e muore cadendo da un precipizio mentre per scommessa vuole appropriarsi di certi nidi. Il figlio lavora in una radio privata tedesca e ha una storia tormentata con una ragazza in parte italo-albanese e in parte tedesca, la quale respinge l'identità albanese mentre il narratore la valuta positivamente.
Il racconto intercala la voce narrativa della madre che ricorda Scanderbeg padre; e quella dominante del figlio che racconta la propria vicenda e quella della sua comunità. Si ha così una voce collettiva e meridionalista, che restituisce una realtà minoritaria e cerca di fare sopravvivere e rivivere fatti e leggende.
In IL BALLO TONDO, il mito rivissuto è quello dell'aquila a due teste, che il narratore che dice io (Costantino) crede di vedere sulla spiaggia in sintonia con la presenza di un rapsodo. Ci sono in questo testo proverbi, altri elementi popolari e parole ed espressioni in lingua albanese.
La storia fondamentale è quella di famiglia: il padre (soprannominato il Mericano perché prima di sposare Elena era voluto andare a depositare fiori sulla tomba del padre in America, ma, derubato, era in realtà rimasto a Genova quindici giorni per salvare la faccia) lavora in Germania e risparmia abbastanza da comprarsi un piccolo castello, decide infine di tornare a casa; una sorella (Orlandina) si sposa con il trentino Narciso; l'altra sorella (Lucrezia) è innamorata del maestro Carmelo, che un giorno parte per la Somalia dove va a lavorare da insegnante e viene pugnalato per onore, ma torna l'anno dopo a chiedere Lucrezia in sposa e viene perciò perdonato. Tra gli altri interpreti, si ricorda figura del nonno Lissandro che vive nel presente con coscienza ferma del passato e della tradizione, e anche qui il personaggio di una ragazza spigolosa, questa volta mezza romana (è a Roma che abita e viene a Hora d'estate).
Nella narrativa di Abate, i modelli di comportamento del passato e del presente si alternano e si combinano in un teatro geografico che comprende il paese e la città, l'Italia meridionale e la Germania.
[Roberto Bertoni]
Note di lettura su un altro testo di Abate, TRA DUE MARI, sono in "Carte allineate", 3, in data 12-3-2007