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A cura di / Ed. Roberto Bertoni.
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ISSN 2009-7123
20/04/07
Zhang Yimou, CURSE OF THE GOLDEN FLOWER (LA CITTÀ PROIBITA)
[The Dragon. From the walls of Shangai. Foto di Marzia Poerio]
2006. Sceneggiatura di Zhang Yimou, basata su un'opera teatrale di Cao Yu. Con Chow Yun-Fat, Gong Li, Jay Chou, Liu Ye, Qin Junjie
Durante il dominio della dinastia Tang, nel X secolo, si dipana un dramma familiare: l'imperatrice Phoenix (Gong Li), avvelenata con lentezza sadica dal marito Ping (Chow Yun-Fat) affinché impazzisca a causa del tradimento perpetrato con il figlio di primo letto dell'imperatore; un altro figlio la difende; un colpo di stato fallito; una serie di rivalità per il trono; la morte dei giovani; la sopravvivenza del regnante che proseguirà nell'opera di progressivo avvelenamento della consorte.
Il film è in parte basato, come recita un titolo di coda, su fatti realmente accaduti, e in parte costruito tramite la finzione. In un'intervista col regista si legge:
"Based loosely on LEI YU (THUNDERSTORM), a 1934 play written by famed Chinese playwright Cao Yu ("China's Shakespeare") which dramatizes the spiraling fall of a wealthy industrialist's family in 24 hours, Zhang's opulent adaptation shares the modern Chinese play's borrowings from Greek tragedy (namely the Oedipus complex and the Medea figure) and probes into the suppression of Chinese women in patriarchal, feudal society - a thread common to many of Zhang's films such as RAISE THE RED LANTERN, TO LIVE, and JU DOU" [1].
CURSE OF THE GOLDEN FLOWER è un film di cospirazioni da parte di individui in lotta per il potere. Sono solo trame private? Come sostiene il figlio che cerca di salvare l'imperatrice: "Non l'ho fatto per usurpare il trono", afferma, "ma per salvare mia madre". Cosa vuole dirci il regista? Che oggi ogni potere si sostiene sul tradimento, sulle passioni e sull'ambizione più che sul denaro? Certamente si regge sul potere e sulla forza, come parrebbe provare la schiacciante superiorità militare dell'imperatore, il quale ha facile gioco dei ribelli... Siamo cioè più in là della dichiarazione esplicita di Zhang Yimou: "power breeds evil and greed" [2].
Una storia come ai tempi di King Lear, o a quelli di Kurosawa, o in verità in sintonia con la produzione di Zhang Yimou: anche nei manifesti pubblicitari sono citati i suoi precedenti film di ambientazione storica HERO e HOUSE OF FLYING DAGGERS. Questa volta è una storia di minore intrattenimento avventuroso; ed è, in parte, volutamente soffocante nel suo svolgersi quasi tutta all'interno della Città Proibita e del Tempio del Cielo, con scenografico dominio del rosso, del celeste, del viola, quasi iperreale.
La ricostruzione di costumi e ambienti, meticolosa e soddisfacente per l'occhio, facilita l'immersione immedesimante da parte dello spettatore.
Quanti crisantemi gialli sono stati usati per ricoprire i vasti cortili imperiali? Quante sono le ancelle e le comparse? Quanto autentica storicamente è la barriera di mura mobili a scudo che proteggono le truppe?
Il personaggio interpretato da Gong Li è passionale d'istinto e compassato per ragioni di corte. Attrice splendida anche in questa pellicola, recita le pulsioni nevrotiche che aveva assunto già in STORIA DI UNA GEISHA. Bellissima nel trucco curato, nei momenti di ritegno in pubblico e in quelli più liberi in privato. Mai sopra le righe, ma sempre a mordere l'emozione: l'amore, l'odio, la vendetta, il risentimento, il dolore; anzi, dichiara che è importante essere "in touch with your emotions and put them in the service of acting" [3].
Naturale e posato, ben recitante, Chow Yun Fat.
Melodrammatiche alcune scene, soprattutto durante la reale punizione. Epica la battaglia. Picaresco l'agguato notturno tra le gole. Le azioni di massa risultano credibili. Le ninja sono al limite positivo della verosimiglianza: potrebbero fare dal vero, forse, quanto avviene sullo schermo.
È un film che va visto anche se non mancherà chi, in qualche punto, si annoierà. Ciò che riesce a conseguire questo regista intelligente è intrattenere come in un'opera cinese, commuovere come in un romanzo d'appendice, far pensare come in un testo impegnato, suscitare dubbi, ombre, indignazione.
[1] THE BOMBASTIC AND THE BEAUTIFUL: AN INTERVIEW WITH ZHANG YIMOU (Ucla International Institute - http:// www. international. ucla. edu/).
[2] Ibidem.
[3] Brian Hu, AN ACCENT ON ACTING: AN INTERVIEW WITH GONG LI (Ucla Asia Institute - http:// www. asiaarts. ucla. edu/).
[Renato Persòli]