24/04/07

William Shakespeare, SONNET 122



[An unusual date. Foto di Marzia Poerio]









Thy gift, thy tables, are within my brain
Full character'd with lasting memory,
Which shall above that idle rank remain
Beyond all date, even to eternity;
Or at the least, so long as brain and heart
Have faculty by nature to subsist;
Till each to razed oblivion yield his part
Of thee, thy record never can be miss'd.
That poor retention could not so much hold,
Nor need I tallies thy dear love to score;
Therefore to give them from me was I bold,
To trust those tables that receive thee more:
To keep an adjunct to remember thee
Were to import forgetfulness in me.


SONETTO 122

Il tuo regalo, il taccuino, compilato integralmente
con memoria durevole, rimarrà
al di là di ogni scritto futile, oltre il calendario
e dopo un tempo eterno, nella mente.
Per lo meno, finché cervello e cuore
avranno facoltà, dalla natura, di sussistere;
fino al momento in cui rinunceranno, tramite
l'oblio, a te, mai una traccia di te sarà perduta.
Lo spazio limitato del quaderno non conterrebbe tanto,
né è necessario contrassegnare nella testa il tuo amore caro:
disfarsi del taccuino era coerente,
mi affido, per accoglierti, a pagine interiori;
tenerne delle altre con le quali ricordare
sarebbe solo, per me, dimenticare.


[Traduzione di Roberto Bertoni]