17/04/07

Rossana Dedola, LA VALIGIA DELLE INDIE E ALTRI BAGAGLI. RACCONTI DI VIAGGIATORI ILLUSTRI

Milano, Bruno Mondadori, 2006


Nel riferire e interpretare gli scritti di alcuni viaggiatori in India, Rossana Dedola ne delinea l'esperienza conoscitiva, che può avere come conseguenza un rinnovamento interiore, i riscontri relativi all'osservazione del mondo esterno, la scoperta di dimensioni molteplici.

Il saggio spazia, nei testi composti da intellettuali indiani, dall'umanesimo e confronto tra Oriente e Occidente del poeta e filosofo Rabindranath Tagore, alla valutazione positiva del vissuto locale raffigurato senza idealizzazioni e con apertura verso valori universali da parte del regista Satyajit Ray, alla progressiva comprensione di un ambiente antropologico, economico e geografico lasciato alle spalle, per emigrazione della famiglia d'origine, da parte dello scrittore Vidiabhar Surajprasad Naipaul.

Molti autori occidentali si sono misurati con l'alterità e la somiglianza dell'India: Dedola ricorda Günter Grass e, ancor più dall'interno, per la propria attività di Ambasciatore messicano in quel paese, Octavio Paz. Orientato invece in senso spiritualista Allen Ginsberg.

Alcuni resoconti italiani vengono esaminati dall'autrice. Di Roberto Rosselini spiccano un lungometraggio, nonché dei documentari per la televisione, rivelatori tanto della realtà oggettiva e materiale del paese visitato, quanto di una rinnovata e personale visione del mondo. Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, pur avendo compiuto un itinerario indiano insieme (accompagnati da un certo punto del viaggio in poi da Elsa Morante), e pur trovandosi fisicamente nella stessa dimensione temporale e spaziale, esperirono dimensioni diverse della coscienza: Pasolini ricavò dall'esperienza indiana un ossimoro dell'istintualità e la scelta della verità rispetto all'ideologia, mentre in Moravia prevalse la centralità della dimensione psicologica di ciò che si può definire come esperienza. Si ricordano ancora il soggiorno breve (di un solo giorno), ma pieno di riflessioni, di Ennio Flaiano; il tentativo di interpretare l'India senza parametri eurocentrici da parte di Giorgio Manganelli; il "legame tra relativo e assoluto, tra caduco e eterno, tra individuo e totalità" di Antonio Tabucchi (p. 179); la presenza del mito e al contempo della modernità individuata da Giuseppe Conte; la realtà descritta e raccontata da Sandra Petrignani senza illusioni ma con simpatia umana negli anni Novanta con la modernizzazione ormai in corso.

L'india rappresentata dagli autori citati, tramite le dettagliate e intelligenti analisi di Dedola, è un mondo complesso e variegato, che fluisce con agilità davanti al lettore anche per la scorrevolezza con cui è composto questo serio saggio, in parte orientato su parametri junghiani, in parte sull'esame testuale, in parte sulla conoscenza di prima mano della cultura, della società e dei luoghi citati.


[Roberto Bertoni]