08/02/07

Laura Vecchi Ford, ASSOMIGLIARSI PER ESSERE E GUFI



[Illustrazione: Laura Vecchi Ford, GABBIANO 2. Acrilici e pastelli su legno, cm. 60 x 40]


ASSOMIGLIARSI PER ESSERE

e trascorrere
dal tu all'io
e tessere
la rete di dettagli
e ordito d'animali
ed animate cose,
armi e bagagli
e lune, splendendovi
fortune di coincidenze
necessarie.

Più ovvie nel dipinto
in palese delineare
nuvole come pesci
e uccellari di pensieri,
teneri o stantii,
come pani di ieri,
e foglie a strati,
ovoidali e illuminati
nel logo ripetuti.

E sono aperte
là invece gabbie,
scuro è il controluce
a l'oro caldo del giorno
ed è sole, o tremulo,
fra alberi neri, il mare
come sciarpa aerea che li avvolga
ad eco di ciò che fa il tuo occhio
largo e glauco.

Vi ondeggiano a poca distanza
labbra, incerte di sorrisi,
e fra gli zigomi,
increspati come onde,
la vela del naso dolce scende.
Foresta la testa di colore nero
e all'insù triangolo nel vento
salpa con una più larga risata
chioma semirigida e brizzolata.

L'occhio è orlato come nell'airone
e a coda di pesce guizza a lato
dove, stretto o aperto, si distingue
in segno maggioritario orizzontale
ammiccante in accettazione
del luogo indicato dal poeta
nella densa foresta Ravennate,
che in pittura di contrasti Boccacceschi
in liricità Botticelliana si compone.


GUFI I

Smaltata stellante di luci
nel giorno
terracotta,
testa-custodia di piccoli
travasi di pensiero,
giallo intenso nel sole
verde nero la notte,
alabastrato effetto
translucido nei controluce
ombre alternate a lunose luci
a notte,
lari vasi d'incerto incubo
gufi sugli scaffali del vivere
ancora e sempre poco famigliari
solo al trasparire del mattino
loro riflessi di pena
son famigliari.


GUFI II

Vaso lare
là vi si scioglie la forma del gufo
quando per fame districa, stende
e batte l'ale, morne morning
forma moritura ti saluta
e salta, dal letto di pena, alla cucina!

Ne ho cercato il pieno,
il vuoto,
lo spazio,
che intorno ne richiama le forme
abdicando sugli orli modi di trattenerlo
pensiero ondoso irregolare ma da polla
nuova interna e già formata all'apparire,
stride incrinatura aperta del soffrirne, sbocca
l'imperfezione rire, ride già senza sapere,
senza mai senza mai sapere...
per questo benché nascosto in vaso
ciò che vi gorgoglia è già mare
tanto desiderato affogare
detti sempre più aderenti
e stretti alla vita
salvagente
della forma smarrita
vaso-lare
..............................
Fino a quando lo
si dovrà ricercare?


Laura Vecchi Ford è nata a Tortona, ha studiato all'Accademia di Brera; la sua prima mostra personale è del 1967, anno in cui ha partecipato anche alla Biennale di Milano. Ha insegnato lingua e cultura italiana presso il Dipartimento di Italianistica di University College Galway e ha fondato lo studio GRAFICA 2 IRELAND. Tra le sue mostre recenti si ricorda CROMOGRAFIE (Associazione culturale Renzo Cortina, Milano, 2006). Dedicata alla sua pittura una sezione della rivista CONTROCORRENTE, 44, 2007. Le opere in poesia pubblicate sono: NOVA ROMANTIKELA, Bergamo, El Bagatt, 1992; GABBIA APERTA, Ragusa, Editrice internazionale, 1996; MINIME CERTEZZE, Tinahealy (Irlanda), Rong4matt, 2005.

I testi qui riprodotti col consenso dell'autrice sono inediti.
In ASSOMIGLIARSI PER ESSERE ci sono molti degli aspetti del suo lavoro: il rapporto tra "tu" e "io", ovvero tra gli altri e il soggetto; la tendenza ad "animare" le cose; l'importanza tanto del casuale quanto del causale ("coincidenze necessarie"); la deformazione ("nuvole come pesci"); il pensiero; l'enigma; il contrasto tra divertissement e lirismo. Si noterà la vitalità con cui viene espresso l'"ordito" della realtà nel suo simultaneo coesistere di aspetti. Le gabbie aperte conducono nella natura, nella delineazione della figura umana, infine alle matrici della poesia e dell'arte.
Di GUFI, scrive: "[...] piccoli scritti, [...] nati da piccoli lavori su carta dove cercavo di rappresentare un vaso a forma di gufo per una persona cara e saggia che usava far collezione di gufi". Una dichiarazione minimalista per queste poesie in cui si uniscono la presenza visiva dei colori e il senso dello spazio che sono propri anche della sua opera di artista; il pensiero esistenziale attento a "pena", "incubo", "pieno", "vuoto"; il gioco linguistico non solo in italiano ("lunose luci") ma anche in francese ("rire ride") e in inglese ("morne morning"). C'è una ricerca nel fondo di sé e della collettività per raggiungere un mare simbolo di vita e di fine della vita; esorcismo, tramite la fuga dal dolore, di tentazioni di fuga nel dolore ("forma moritura ti saluta / e salta, dal letto di pena, alla cucina!"). Ironia anche negli arcaismi ("ale") e nel punto esclamativo un po' alla Marino Moretti (il primo modernismo è uno dei suoi argomenti anche in quanto studiosa di letteratura).
Dall'avanguardia per vie associative non esenti da influssi del surrealismo si arriva a questo linguaggio dell'enumerazione e resa psicovisiva del mondo. Dove resistono ancora le similitudini, i riferimenti all'antico (l'occhio glauco, i lari); come la poetessa stessa indica, Boccaccio e Botticelli: il riso e la malinconia.


[Roberto Bertoni]