Da CURVE DI LIVELLO (Venezia, Marsilio, 2005)
MEDITERRANEO
Marina Serra. Assalto
di un’alba nitida, capace
di spingere i monti d’Albania
fin qui, sotto il balcone
Posso toccarli quasi
fianchi verdi e radici
intrecciate alle mie
Da costa a costa
scintillano di senso le correnti
lu rusciu de lu mare
canta in mediterraneo
Potevo essere nata su quei monti
e mia madre avermi lavata nel canale d’Otranto
nutrita con zuppa d’alghe e filastrocche di Lushnje
potevo trovarmi in quella barca
così traboccante di speranza
che i fianchi non reggevano al rimorso
Mi trovo in quella barca, sono
albanese, pure
messapicagrecaegizialibica
il mio sangue è incontro d’onde
paziente e antico
(continua a mescolare
questo inascoltato mare)
Note. Marina Serra: località sulla costa adriatica del Salento. Lu rusciu de lu mare: sciabordìo del mare (dialetto salentino)
UN'ANFORA-FANCIULLA
Tornava dalla bevuta, acceso e solo
Abbracciato al recinto
serenava per ore alla vite
e al mattino giurava che ogni notte
sotto la vite Lei gli si mostrava
(fanciulla odordimosto?
luna caduta? Arianna furibonda?)
selvatica e fiorente
braccia arcuate sui fianchi
intensa lo sogguardava
Capelli grappolo cirri vedo-non ti vedo
avvitandosi come sul tornio
solo per lui ballava una taranta
- ébriola come te giro e poi giro
per te mi discingo bolero spando aromi
per la tua fronte, mio iucundus
bicchierando gli amici ti denudano il cuore
tu abbracciami la vita vitamara
dulcimi pane e vino, pane e vino
tu scioglimi la vita vitangoscia
brindami pace e vino, pace e vino –
Sotto la vite un giorno après-midi
un’anfora trovarono
in forma di fanciulla
Sul manico beata
una tarantola in trance
- LOST-LOST - MI SVEGLIO
- Lost, lost - mi sveglio
col verbo che pulsa sulle tempie
il bite rimorso che addolora le guance
- lost, lost - che cosa
rimane della notte se non
precipitarsi dietro
la porta appena chiusa
col suo sentore di foglie, fuori, e d’aria
- lost, lost - dal sogno
barbagli del miraggio:
dalla miniera carrelli luminosi
traboccano di metallo
(acciaio per incidere
ogni parola-nascita,ogni nome-sussulto?)
Altrimenti
solo resti di armi
tralicci, rottami
d’auto, schermi
schemi dell’homo velox ferox
- lost, lost - perduti
il canto dell’errante pastore
la veste di Gongila
le incessanti lanterne
l’inchiostro vitale
il nostro pianto utopico ?
Da PORTE/DOORS (Venezia, Edizioni del Leone, 2002)
LA MIA PARTE D’ORIENTE
Sotto la pensilina
profumo di tempio
Lei porcellana immobile
distante
distante un mare
distante
un mare del Giappone
inondata
dalle sue pieghe mongole
petalo sottile
tra i rami di un haiku
Anche in occidente
si reputa sconveniente
per una ragazza
prolungare lo sguardo, per strada
su un viso sconosciuto
oltre il flash d’una sillaba
Eppure sotto la pensilina
ho avvertito
per un solo attimo obliquo
piegarsi le sbarre del mondo
penetrare nella mia
una pupilla di seta
mi cercava
- luna dietro le nuvole -
cercava
la mia parte d’oriente
Solo accostarmi, io nube confusa
ansia di loto
senza sovrappormi
Offrirti le mie figurine immobili
Emily, Simone, Cristina, Amelia
La polpa del mio loto
in cambio
del tuo biancore
Nota. Emily, Simone, Cristina, Amelia... Sono le poetesse Emily Dickinson, Simone Weil, Cristina Campo, Amelia Rosselli.
MY PIECE OF THE EAST
Under the bus shelter
the scent of a temple
She, motionless porcelain
far away
far away a sea
far away
a sea of Japan
flooded
by her Mongolian folds
a delicate petal
between the branches of a haiku
In the West too
it is considered unseemly
for a girl
to let her gaze linger, in the street
on an unknown face
longer than the flash of a syllable
Yet, under the bus shelter
I saw
for a split oblique second
the bars of the world bend over
and a silk pupil penetrate mine
searching for me
- a moon behind the clouds -
searching
for my piece of the East
I just want to get closer, I, a confused cloud
longing for lotus
without overlapping
To offer you my motionless figurines
Emily, Simone, Cristina, Amelia
The flesh of my own lotus
in exchange
for your whiteness
Note. Emily, Simone, Cristina, Amelia ... The poets alluded to are Emily Dickinson, Simone Weil, Cristina Campo and Amelia Rosselli.
[Traduzione di Anamaría Crowe Serrano e Riccardo Duranti]
Annamaria Ferramosca è nata a Tricase (Lecce). Vive dal 1970 a Roma, dove svolge attività di nutrizionista comportamentale. Collabora con varie riviste letterarie e siti web con testi e note critiche. Ha pubblicato in poesia: IL VERSANTE VERO (1999), PORTE DI TERRA DORMO (2001), PORTE / DOORS (2002, Premio Internazionale Forum per la Poesia a Den Haag nel 2003), PASO DOBLE (coautrice Anamaría Crowe Serrano, 2006), CURVE DI LIVELLO (2006). Suoi testi e numerosi interventi critici sulla sua scrittura figurano su riviste e in antologie.
Sono persi per la poesia contemporanea il "pianto utopico" e il leopardiano "canto" come si domanda l'autrice in - LOST-LOST - MI SVEGLIO? Proveniente dal sogno notturno e interiore si configura un miraggio ed è forse questo che consente ancora di dire parole poetiche, mentre però sulla pagina si addensano i termini dell'alienazione ("schermi") e del degrado ("tralicci, rottami / d'auto").
Sullo sfondo, in MEDITERRANEO, c'è un mare multiculturale, fonte di identità non solo geografica e storica, ma archetipica, radicata nel "sangue", nell'"antico".
In UN'ANFORA-FANCIULLA, le parole si proiettano contro la banalità, cercando echi nel mito ("Arianna furibonda") e allo stesso tempo nella sua precarietà ("luna caduta"). Formazioni verbali aggregate ("odordimosto", "vitangoscia"), dialetto, parole meno frequenti ("sogguardava") si alternano alla lingua di maggiore uso. Un'immagine è sospesa surrealmente nell'inquietudine: "Sul manico beata / una tarantola in trance". Potrà sciogliersi la "vitamara" se resta questo messaggio in chiusa?
In LA MIA PARTE D'ORIENTE, la voce poetante si espande in un panorama mentale vasto; partendo da una semplice pensilina la curva del mondo muove verso risonanze letterarie al femminile: Dickinson, Weil, Campo, Rosselli. Resta aperto il simbolo allegorico dell'"ansia di loto", la "mia parte d'oriente".
[R. Bertoni]