05/11/18

Pier Giacomo Nigido, LO SCARAFAGGIO DI FRANZ


["Behind the threshold protected by a melancholic lion..." (Genoa 2018). Foto Rb]


La stanza è fredda e debolmente illuminata dal lume ad olio della scrivania e l’uomo è vestito di panni scuri e il colletto della camicia è alto e duro. Alcune gocce di sudore gli imperlano la fronte. La mano sinistra è abbandonata sulla coscia. Sulla scrivania una boccetta di inchiostro nero, una penna e fogli bianchi…

…sono andato in ufficio ed ho esaminato alcune pratiche di risarcimento... alle 11 ho ricevuto la vedova del farmacista Goldschmied e abbiamo discusso della polizza intestata a suo favore dal defunto. L’ho rassicurata sull’imminente liquidazione della rendita. Sotto la veletta si intuivano gli occhi arrossati e la voce aveva un leggero tremito... no... l’elegante vedova l’ho incontrata ieri mattina... calma Franz, ricorda meglio... senz’altro stamane ero in ufficio e devo aver fatto le solite cose: esaminato alcune pratiche che mi erano state appena consegnate, vistato altre per l’Ufficio liquidazione. Avevo appuntamenti?...

...Sedia, scrivania, tampone assorbente, inchiostro…

Quando ho cominciato a pensare che il piede destro è quello di spinta e quello sinistro solo di appoggio?... Zoppicavo, camminavo in modo bizzarro, quando sul Corso ho incontrato l’Agrimensore Wiener, con la moglie e i quattro figli. L’Agrimensore ha toccato leggermente la tesa del cappello in segno di saluto. Ho risposto al saluto? Spero... Sono andato a pranzo alla solita trattoria. Una strana insofferenza per l’ambiente, i camerieri, gli effluvi dalla cucina si è impadronita di me ... Anche dalla strada, ora illuminata, salgono odori pesanti di carni speziate e cavoli stufati, e rumori di passi che si allontanano...

...Odori, colori, suoni, tatto... 

...Sono ritornato in ufficio e quel fastidio e quella cappa grigia che mi impediva di applicarmi, di esaminare le carte con un minimo di concentrazione.... Dèi impietosi, dopo quell’orrore, non mi hanno accolto nel regno della pazzia... Sul Corso, da alcune settimane è comparso un vecchio ossuto, dal volto scavato, coperto da un pastrano militare, grigio sporco e sdrucito. L’ho visto fermarsi a raccattare i mozziconi dei sigari e mimare l’atto di fumare, per riprendere a camminare a larghe falcate, con le gambe tese. Poi, fermarsi improvvisamente irrigidito: un burattino immemore di se stesso. E l’altro folle dall’eloquio torrentizio e incomprensibile: diluvi di avverbi, cascate di preposizioni, fughe disordinate di nomi composti. Discute fitto fitto con interlocutori immaginari... Sono uscito dall’ufficio e ho raggiunto Max e gli altri al Caffè. Non riuscivo a seguire la conversazione, ero distratto. Anzi, le chiacchiere - si parlava del Teatro ceco - mi sembravano più vacue del solito... Mi ha salvato il riflesso della vetrina della modista dai regni della follia?... Non ho una memoria precisa del ritorno a casa... Forse, nel tragitto ho incontrato l’Agrimensore e la sua famiglia a passeggio... Un suono: lo scricchiolio delle assi dell’impiantito... le scale... questo lo ricordo distintamente... Ho una sorta di circospezione, cautela nel ricordare quello che è successo... E la mano destra che si appoggia sul pomo d’ottone dell’ingresso... pensieri frammentari e incoerenti... Da alcune settimane... da alcuni mesi, non ricordo con precisione, ho cominciato a sentire un solletichio in fondo alla gola, che annuncia uno schianto in mezzo al petto, seguito da un accesso di tosse, che mi lascia a lungo ansante e spossato. Vi è un qualche nesso, sottile legame, con quello che è successo?...

… il campanile della Cattedrale emergere dalle nebbie delle prime notti invernali... lo strano turbamento che ti assale ai rintocchi, paiono interminabili, della mezzanotte: l’ora delle ombre e dei pensieri inconfessabili... l’infrazione... la caduta... è questo ciò che è successo?... la subitanea e fulminea visione altra: l’intima e orrifica percezione della natura umana. La distruzione del senso di naturalità che ci accompagna e che ci fa sentire a nostro agio nel mondo. Delle persone che incontri giornalmente, fai sempre, in modo più o meno consapevole, una loro valutazione di armonia o disarmonia, di bellezza o bruttezza; e che esista un aspetto umano, un volto che qualifichiamo umano (anche il mio, riflesso nello specchio della camera), è sempre presupposto...

...Vita, amore... l’essenza…

Così ci vedono gli animali? provano lo stesso orrore, per esempio, i cavalli? e scendendo nella scala biologica, altri esseri dotati di sistemi percettivi? Questo mutamento della percezione sarà permanente, o solo un incubo ad occhi aperti, che si dissolverà in breve tempo?

...L’uomo prende la penna e inizia a scrivere: “Una mattina Gregor...”