31.
sale la botola all’apice del grano
diverbio in tasca scantinato e basta.
32.
ho visto una rondine storta
sopravvivere al vetro
citrullo trasparente
falso d’aria,
con i jeans storti ad afa
di paura giovanissima
clandestina in rima di puledro
o somarello candido
gli occhi nel dito di sangue.
33.
alludo ad un sapere solitario
un taxi senza licenza
un abbaìno nano
soprasotto il crollo.
uno spunzone da pianta grassa
disarmante bonomia di un attacco.
34.
e non sarai che l’aria della sfinge
l’arca in cappio di perdere innocenza.
35.
alla giuria chiederei la vanga
per seppellirmi.
sfinge di occaso un soldo sulla lingua
per braccare le origini devote.
alla genìa del baro che mi osserva
la valvola del gas per far cagnara.
per te che sei il letterato standard
presto la veronica per baciarti i piedi.
Le strofe precedenti sono uscite sui numeri
scorsi di Carte Allineate.