25/11/16

Yupa, NAUSICAÄ E LA NATURA

 [Singapore 2016. Foto Rb]


Yupa, Nausicaa e la natura. Sottotitolo: Un’analisi critica del fumetto di Miyazaki Hayao. E-book: Hotaru Edizioni, 2014 (Edizione Kindle)



Scritto da un autore che si firma Yupa, si tratta di un saggio piuttosto utile e interessante, che si propone di “prendere Miyazaki sul serio” sulla base del suo “intento concettuale o, se si vuole filosofico”, relativo all’interpretazione della Natura, e “in ultima analisi, del Mondo”, innestato sullo “scenario fantastico”, sia nel fumetto che nel film. Viene svolta una lettura filologica, in cui la maggiore articolazione quantitativa del fumetto assume anche valenze ideologiche in parte diverse, più pessimiste, di quelle del film.

Nausicaä si trova colta in “un conflitto tra due visioni opposte della Natura”: una visione “armonica”, in cui “agisce quasi una visione provvidenziale” e l’idea opposta di una mancanza di “scopo globale, un insieme disorganico e disgiunto”.

Se in superficie, il discorso sembra olistico, si può notare un atteggiamento “criptoantropocentrico”.

Il conflitto tra esseri umani nella storia di Nausicaä, per quanto in parte determinato dalle idee politiche prevalentemente di sinistra di Miyazaki, esprime equanimità nella figura della protagonista che si propone un comportamento etico che (buddhisticamente?) evita i dualismi “in quanto radice del fanatismo”, rifiutando “un ragionamento dicotomico tra purezza e contaminazione”, la consapevolezza che pur preservando la vita “non si può vivere senza distruggere altre vite” (gli insetti).

Nausicaä “ha cercato sempre, in ogni situazione, di comprendere e salvare ogni posizione, ogni punto di vista, di sottrarsi ai conflitti per ricomporli”. La “compassione di Nausicaä è innanzitutto quella del suo autore, che non accetta, fino all’ultimo, di mettere in scena un banale scontro tra ‘buoni’ e ‘cattivi’, bensì una scelta drammatica in cui, sino all’ultimo, non si può dire effettivamente chi fosse dalla parte del torto e chi della ragione. Le porte restano aperte.

Osservati anche i toni quasi religiosi e profetici della parte finale del film.


[Roberto Bertoni]