25/05/16

Marina Pizzi, DIVE ELEMOSINE - 2015 (Strofe 28-31)



 
[Early summer in Killiney (2016). Foto Rb]

28.


E morire nel fato di cuccagna

Quando a salve si brucia l’estate

Sitibonda le fiaccole dei morti

Che abbondano ritorno nell’enclave

Dei piccoli vivi e forti eroi che non demordono

Il dono di corsia per poter guarire

Le stoffe macchiate. Scorpacciate di aureole

I molti santi e angeli a braccetto

Sotto portici di città maledette. Tutto s’inarca

Per rovesciare il mondo tediosissimo

Manfrina diavolessa non sorridere mai

La noia di coriandoli sordi

Perfino al carnevale. Fumano le rotte di morenti

Orti botanici presi allo sfiorire.

Sul balcone hanno chiuso il cane

Che piange a crepacuore. Gentaglie le rime

Che simili combaciano cipressi

Decapitati in punta. Marciumi di retoriche

Ormai anche dive le rondini.



29.


Gerundio d’estate perdere la gioia

Bella mimosa l’atrio della madre

Rea al malore di dover morire

Sotto la culla del più bel bambino

O cervo della sabbia il tuo bagliore

Quando giocavi elemosine vermiglie

E il cielo misurava la vendetta.

Tu vergine di autunno mio panico

Col bacio di svenire alla boscaglia

Retto candore sibilo materno.

Strazio fraterno domandare dio

O almeno un angelo che si faccia dotto

Per il mio silenzio zoppo di lacrime.

Vuota sorella escremento d’anima

Evaporata ressa di capire il bene

Contro il sudario della razione pallida.



30.


 Soma di eclisse darsene al banco     

Ultima alunna senza sentiero edotta

Starsene fuga con la sirena urlante.

E fu la neve un attimo fuggiasca

Quando la cantina scrisse alla lavagna

Help per favore datemi cantilena

Che io possa tingermi Arlecchina

China ancora oltre lo speleologico.

Matrigna la chiara enfasi del giorno

Ama la nomea del randagismo

Contro la muta di salvarsi l’anima.

Cresciuta male in un valico di stoppie

Ebbi una fata in coma da guarire

Nessuno m’inebriò con un sorriso

Contagioso più che prossimo a donarmi

Volo.

Tua la fionda che mi uccise novella

Appena convalescente il petto al cacciatore.

Non valse andarmene di soppiatto

Sciatta comunione con i giochi franti.



31.


Il sangue esposto al ludibrio dei sassi

Balbetta il lutto di disperdersi

Sempre ostinato nato santo scempio.

Bravura di funambolo andarsene

Senza le pie pur ridotte stelle

Indifferenti e fatue sgranocchianti nuche

Così condannate ténere alle fosse.


Altre strofe di Dive elemosine sono uscite su numeri precedenti di Carte allineate.