13/01/16

Angelo Pini, OPPURE CALCOLAVO



oppure calcolavo velocità delle penombre
che strappate alla quiete
mostrano un lungo corrimano
imbraccia nella corsa un inchiostro
lumina i cantici che setificati dalle dita
macinano carte per sottrarsi all'incuria
della stanza umida
appunti per lo specchio che va in frantumi
errore amaro porta via un desiderio
stagionato da un libro che alimenta la stupidità,
non cessa di sventolare vittoria,
crede di essere arrivata, provvisoria
come tutto passa
somiglia a uno che scende
e ne sale un altro
io disobbediente incurante
uso briciole benigne caritatevoli di saluti