05/11/14

Hai Da, PRETTY MAID


[Yin and yang in Soho (2014). Foto Rb]


Cina 2014. Titolo originale: 个温州的女人 (A woman in Wenzhou). Con Liu Xiaowei, Ma Lingyan, Ma Yue, Shi Lan, Zhang Hongjie, Zhang Wen, Zhu Yuwen


Tra i nostri modelli cinematografici, un che polemici contro la spettacolarità vuota ed eccessiva, ci sono i film che puntano sulla lentezza dettagliata e con budget contenuti, sull’umanità e il rapporto interpersonale caratterizzati da valori positivi e sulla rappresentazione dell’autenticità.

La protagonista di questa pellicola dice a un certo punto a un altro personaggio, riflettendo sul divorzio da un marito che ha fatto i soldi, non la ama e ha avuto un figlio da un’altra con cui l’ha tradita, la rivuole solo per dare alla figlia una madre, ora che l’amante non sta più con lui: “Non avevo niente quando l’ho sposato, ma ora ho qualcosa di più, ho mia figlia”. Accettazione del destino? Pensiero positivo a tutti i costi? In parte, e in parte coraggio di guardare avanti.

Anche, però, la battuta successiva: “Credo di essere rimasta, tutto sommato, una persona di campagna”. Nella Cina dello sviluppo troppo rapido e sconvolgente, come notavamo anche in un’altra occasione, c’è, se non nostalgia, preoccupazione per la rottura dal mondo contadino, che qui si prospetta meno come fatica e lavoro che come tradizione e paesaggio, con modalità, insomma, prettamente postindustriali.

Su simili coordinate leggiamo anche la solitudine degli anziani, altro motivo di questo film, superata in questo caso dalla solidarietà, dall’amicizia e da una comprensione umana che sana ferite profonde.

La storia è quella del rapporto di crescente rispetto che si crea tra il Professor He, anziano e rimasto vedovo, e Chunzhi, la collaboratrice familiare procuratagli dalla figlia che lavora negli Stati Uniti. In realtà, fin dal principio, Chunzhi ha cercato di introdursi nella casa di un docente con la speranza che questi possa aiutarla, adoperando il proprio prestigio e le conoscenze, a trovare una buona scuola per la figlia a Beijing. Quando il Professore si rende conto di essere stato usato, ha una reazione negativa: manda via Chunzhi, decisione drastica, dovuta anche alla delusione, all’essersi esposto emotivamente, al fatto cioè che progressivamente si era aperto con la coinquilina al punto da raccontarle del suicidio della moglie, aiutato da lei a superare il senso di colpa per non aver saputo intuirne la depressione. C’è da qui in poi un’evoluzione in positivo di tutti i personaggi. La figlia di He torna a casa per occuparsi di lui, che però la fa tornare in America, recandosi al paese di Chunzhi per scusarsi, rinvitandola a rientrare nella capitale e dando alla figlia di lei una lettera d’iscrizione a una scuola pechinese. Chunzhi decide di non riprendere la relazione col marito. Nel finale, un omaggio alle ultime scene di La strada verso casa di Zhang Yimou, il Professore insegna una poesia ai bambini del paese. Il finale non ci dice se He resterà dunque lì, o se questa è una situazione temporanea prima che Chunzhi si trasferisca a Beijing con la figlia.


[Roberto Bertoni]