19/12/12

Giuseppe Panella, PIER PAOLO PASOLINI. IL CINEMA COME FORMA DELLA NARRAZIONE



Firenze, Clinamen, 2009


Panella ritiene erroneamente che la critica su Pasolini sia stata prevalentemente accademica e che chi ha scritto sul suo cinema non si sia occupato di letteratura e viceversa (p. 10). Osserva tuttavia correttamente che oggi, al contrario che in passato, si può parlare di Pasolini in modo più bilanciato.

In polemica con posizioni ideologiche (soprattutto di Asor Rosa), osserva che i primi due romanzi (Ragazzi di vita e Una vita violenta) rivelano il tentativo di costruire un modello gramsciano di nazional popolare e di recuperare usi di un linguaggio non solo standard e una “qualità ‘espressiva’” della scrittura (p. 19), fondata sul cinema, che è per Pasolini una “forma espressiva di rottura rispetto alla letteratura iscritta nella lingua della koiné” (p. 28) e per questo diverrà una sua modalità di espressione fondamentale.

Il rapporto di Pasolini col cinema, “mito” nato prima ancora della scrittura letteraria, nell’infanzia (p. 37), è prevalentemente linguistico e costituisce una trasposizione di procedimenti letterari. “Il linguaggio del cinema”, per Pasolini, “è fatto di figure stilistiche il cui significato è mutuato dalla letteratura e il cui senso è dato dalla realtà che mostrano” (p. 53): non è quindi né “rivelazione mimetica”, né “pura metafora del reale” (p. 54).

L’analisi si dipana attraverso varie opere cinematografiche, da Teorema, a Padre selvaggio, a Medea, film, quest’ultimo, “tanto povero quanto potente nell’espressività e nel silenzio, tanto complesso e aperto ai segni che lo attraversano quanto potente nell’espressività e nel silenzio, tanto complesso e aperto ai segni che lo attraversano quanto esteticamente composto nella sua aspirazione a farsi solo e soltanto senso ed espressione poetica” (p. 98).

Accattone è caratterizzato dalla contrapposizione delle dimensioni corpo e storia, che nella Trilogia della vita diverrà invece “equazione simbolica tra corpo e immagine, tra corpi e loro rappresentazione come immagine, non più riflesso di essi” (p. 99).

Dobbiamo ammettere di non concordare che in parte con l’autore di questo saggio: l’aspetto ideologico è fondamentale in Pasolini quanto la resa estetica; e le polemiche vennero in definitiva suscitate non solo dai critici ma da Pasolini medesimo e costituiscono un elemento fondante della sua poetica. Nondimeno un’analisi della sfera estetica e del primato del cinema anche come modulo narrativo risultano interessanti.


[Roberto Bertoni]