29/05/12

Luciano Gallino, LA LOTTA DI CLASSE DOPO LA LOTTA DI CLASSE


Intervista a cura di P. Borgna. Roma-Bari, Laterza, 2012


Nella situazione di globalizzazione e finanziarizzazione dei mercati internazionali, accompagnata da un’ideologia neoliberista imperante e in atto da alcuni decenni, più in particolare dagli anni Ottanta, Gallino individua un progetto egemonico cosciente da parte delle classi dominanti a livello planetario, la cui ideologia si balsa su assunti che si sono imposti come elementi oggettivi mentre costituiscono l’apparato funzionale al dominio della neo alta borghesia mondiale: ipotesi presunte quali l’esaurimento della funzione dei sindacati, l’efficienza superiore del privato rispetto al pubblico, la riduzione dei salari e delle previdenze sociali, l’inesistenza delle classi.

Si tratta di un “repertorio di idee ricevute […] del tutto impermeabile alla realtà” (p. VI). Se le classi sociali sono diventate meno visibili, e per lo meno a livello di aspirazioni c’è stata una certa omogeneizzazione dei consumi, esse naturalmente non hanno smesso di esistere, al contrario i dislivelli tra la classe dominante e i ceti subalterni si sono accentuate tramite “l’aumento delle disuguaglianze globali, dovuto a una mancata redistribuzione del reddito dal basso verso l’alto” (p. 104), il diverso accesso a beni di consumo differenziati tra lussuosi e popolari, l’aumento della povertà e la concentrazione della ricchezza in misura sempre maggiore tra percentuali ridotte di famiglie e individui opulenti, la diffusione del lavoro flessibile, l’insicurezza socio-economica, per giunta paradossalmente spacciata come “fattore di sviluppo” (p. 120), la disoccupazione endemica.

Alla “classe capitalistica transnazionale” (p. 18) si contrappone dunque “la classe dei lavoratori globali, che viene anche chiamata proletariato globale” ed “è formata dai nuovi salariati del mondo” (p. 83).

Viene messa in evidenza anche la responsabilità di parecchi intellettuali nel “rappresentare alle classi subalterne il funzionamento dell’economia contemporanea, con le sue massicce componenti finanziarie, come se fosse il migliore dei mondi possibili”, malgrado “le clamorose smentite cui la realtà l’ha esposta in tempi recenti” (p. 18).

Le misure prese dai vari governi in direzione neoliberista, infine, hanno rappresentato il progetto politico di “poter disporre di masse di salariati che avessero meno potere di quello che avevano acquisito le classi lavoratrici americane ed europee” in passato.

Basati su dati, teorie accreditate, ma anche richiami alle posizioni gramsciane sull’egemonia e a vari luoghi dell’analisi marxiana, i ragionamenti di Gallino si seguono con fluidità per la chiarezza espositiva e la lucidità con cui vengono esposti, costituendo così una precisa analisi del nostro presente.


[Roberto Bertoni]