19/12/11

Banana Yoshimoto, HIGH & DRY PRIMO AMORE

Prima edizione giapponese, 2004. Traduzione in italiano di Gala Maria Follaco. Milano, Feltrinelli, 2011

Seguiamo con interesse i flussi di coscienza dei personaggi narranti di Yoshimoto, disposti a osservare il mondo circostante, le azioni proprie e altrui e a riferire episodi minimi e simbolici, che per associazione riconducono a momenti del passato o consentono di interpretare in luce rinnovata eventi quotidiani e dinamiche che investono talora intere generazioni.

Così accade in HIGH & DRY PRIMO AMORE, storia di una quattordicenne innamoratasi del proprio maestro di disegno.

La narrazione scorre nella testimonianza da parte di lei dei mesi iniziali di questo primo amore; frattanto si profilano le reazioni ragionevoli della madre; si tratteggia lo svilupparsi di un’amicizia platonica, data la giovane età della ragazza, che il musicista non spinge verso altro se non un’intimità fatta di comprensione, somiglianze di carattere e complicità; mentre si sfiorano con dettagli di azioni e riflessioni le relazioni che egli ha avuto con due donne della sua generazioni; si parla delle opere d’arte che egli compone, come pure di quelle della madre di lui e dell’atmosfera bohemienne propria delle famiglie di lui e di lei.

Sebbene lo sfondo sia in parte cosmopolita, col padre della protagonista trattenuto per lunghi periodi per lavoro negli Stati Uniti, il racconto colpisce il lettore occidentale, oltre che per la delicatezza non retorica con cui sono resi i sentimenti, per i cenni a un mondo di comportamenti e di folclore inderogabilmente giapponesi, come le sculture degli esseri kappa, folletti intravisti magicamente da entrambi gli innamorati all’inizio della storia in un rapporto mentale di tipo telepatico e intuiti e scolpiti dalla madre del maestro. Yoshimoto, da parte sua, dichiara: “There are many invisible things in the world, we can communicate without words. And so, in Japan, we believe that mountains and rivers, the earth and rocks have souls or else gods live there. This is an important element in my writing” [1].

Su Yoshimoto in generale, concordiamo con Martin Ramsay riguardo il fatto che “rather than cuteness and a deliberate shallowness, it is the key themes of loss, death and finding a new way of being that dominate her writing”, tutti motivi ben presenti in questo romanzo [2].


NOTE

[1] Intervista con Banana Yoshimoto, in M. Ramsay, SINGLE FRAME HEROICS: NEW WAYS OF BEING IN THE FICTION OF YOSHIMOTO BANANA (tesi di dottorato su Banana Yoshimoto).
[2] M. Ramsey, SINGLE FRAME HEROICS…, cit.


[Roberto Bertoni]