03/05/11

Jang Jin, 아는 여자 (Anŭn yŏja) - SOMEONE SPECIAL

Corea del Sud, 2004. Con Jeong Jae-yeong e Lee Na-young

Se è vero che questo film è un remake dello statunitense NEVER SAY DIE (diretto da Elliot Nugent, 1939), si tratta, più che di un rifacimento, di uno spunto, distaccato dal precedente per pregi di leggerezza, riduzionismo positivo della gag a ironia, ambientazione in un milieu sociale comune anziché miliardario.

Storia di equivoco, amore, sfortuna, rappresenta il giocatore di baseball Dong Chi-sun in un momento cruciale e declinante della carriera. La fidanzata lo lascia. Gli viene diagnosticata una malattia letale. Convinto di morire nel giro di due mesi, ipoteca la casa, presta dei soldi a un ladro per pietà, sbatte la palla fuori campo nel corso di una battuta per verificare una strana idea balzata in testa a una vicina di casa, Han Yi-yeon ("Chissà che effetto farebbe sul pubblico", gli aveva detto ridendo). Troppo tardi, quando salta fuori che la diagnosi era erronea e la morte non è prossima, Chi-sun ha perso denaro e lavoro, ma ha acquisito qualcosa di più importante: l'affetto di e per Yi-yeon, che lo amava segretamente da dieci anni, da quando andava a scuola e ne aveva quattordici.

Il personaggio di Yi-yeon è quello meglio delineato a nostro avviso, ottimamente impersonato da Lee Na-young, un'attrice introspettiva, che non si presenta con appeal divistico, ma piuttosto con un portamento dinoccolato, il sorriso accennato e un po' mesto, una contenuta eccentricità timida di comportamento. La riservatezza del personaggio di Yi-yeon è tale che non penetra la rete di difese di Chi-Sun fino alle ultime scene del film, in cui corre da lei e, con antifrasi rispetto al melodramma tradizionale, ma con minimalismo postmoderno, le chiede quale sia il suo nome (che nonostante la frequentazione non conosceva ancora, già questo un elemento di ironia anticonvenzionale da parte del regista), quale sia il suo piatto preferito, quale sia il suo hobby, ripetendo una delle domande data la confusione di un cuore intontito dal primo vero amore che non aveva ancora vissuto nonostante l'età. Psicologicamente delicato e non melenso, insomma,

Gli interni sono in un vicolo di case coreane all'antica, con la corte seguita dal portico su cui si affacciano la cucina e due stanze; prevale, tra i materiali, il legno. I personaggi di questo 2004, di generazione tra ventenni e trentenni, hanno abitudini tradizionali nell'alimentazione. Le posture sedute sono sul pavimento anziché su sedie. Frattanto viene anche inquadrata in esterni la grande città col traffico perpetuo e la modernizzazione accelerata. Pertanto la pellicola si presenta come un inquadramento del rapporto tra locale e globale e tra passato e presente.

L'immaginario si alterna al reale. Il riferimento al linguaggio filmico è sottile e intelligente. A un certo punto Yi-yeon e Chi-sun guardano un film che il protagonista, che svolge anche funzioni di narratore fuori campo, giudica sciocco nel proporre un amore che si trasmette magicamente per mezzo di un filo elettrico, ma che il regista ripropone alla fine della vicenda in via metaforica quando l'innamoramento coglie proprio Chi-sun.

Forse, dopo queste notazioni, non è necessario aggiungere che, per la sua dose di realismo magico e di minimalismo lieve e sentimentale, ci è piaciuto SOMEONE SPECIAL (il cui titolo coreano in realtà significa UNA DONNA CHE CONOSCO). Il cinema sud-coreano ci sta attraendo film dopo film con un fascino discreto.

[Renato Persòli]