27/07/10

Enrica Salvaneschi, DAL TESTAMENTO DI ROSALBA


[Monadic white broom. Foto di Marzia Poerio]

I (Monade)

La farfalla dal nome di falena
è fiore grigio, brivido di un’iride
che, sperduto il colore degli anemoni,
si fa superstizione di una monade
nel cui golfo è un naufragio in versi e giri
dell’amore che ormai più non balena.

È l’anima mortale, che balena
nel palpebrare assiduo di falena
e si inebria nel grigio dei suoi giri,
là dove va sfilando in fumo l’iride
cui appartenne l’introversa monade,
resa nello sfacelo degli anemoni.

Quando perdono i petali, gli anemoni
mostrano un cuore nero alla balena
della vita ostinata, che ogni monade
adona a morte, sera di falena
nel male che sottentra e stempra l’iride
in rettifili, già meandri e giri.

Le falena persevera nei giri
- nostalgia di farfalla sugli anemoni –
e l’utopica cenere dell’iride
va cercando oltre amore, ove balena
il disamore; l’umile falena
permea allora empia allegria di monade.

Empia in pensieri patici è ogni monade
che esilia nel lontano incesti e giri
di amoroso colore; e la falena
nel pallore che fu gota d’anemoni
è mostro e miniatura di balena,
fiato fatuo nel tartaro dell’iride.

Affogata passione dentro l’iride
è il bene vacuo, gemito di monade:
l’insetto è leviatano in cui balena
l’ebbro coma di consumati giri;
ed è elminta in getsemani fra anemoni
la balena che ha nome di falena.

La falena che trema in rema d’iride
gli anemoni di stige in grigia monade
di giri falla, farfalla balena.



II (Farfalla)

Il frale dondolare di farfalla,
nella serica valva che ne trema
sul fiore d’alluvione dove falla,
è un’altalena che di rena in rema
ogni colore in condolenza grigia
sperde, estaticamente verso stige.

La falena è la musa nella stige,
lunarmente nonnulla di farfalla,
materialmente margarita grigia,
animalmente anima che trema:
ora affetta dall’asma della rema,
ora affannata in cima alla sua falla.

Nella balena è l’iride che falla
dal cielo verso il greto della stige
per esiliarvi, esito di rema,
il pensoso posare di farfalla,
strema a indugiare in palpito che trema
sulla rosa di primavera grigia.

Tra le ali tetragone è la grigia,
vermiforme cerniera che non falla
nel cedere il velluto che più trema
alla culla viziata della stige:
utero cui ritorna ogni farfalla,
già bilicante in attimo di rema.

Sfiora per poco il fiore della rema
l’oblata ed obliante essenza grigia:
ubriaca ed esanime farfalla
velluto morbido che dolce falla
e che fermenta, all’àsolo di stige,
in meninge di sfinge che ne trema.

Mentre balena la balena e trema
- erma falena, enigma sulla rema -,
la vita falsa in iride di stige
la verità di trasparenza grigia,
ali di amareggiato amare in falla.
Alma di disamore è la farfalla.

La farfalla così si osa e trema:
è falla alla diafana, faglia su rema
grigia di schiuma, spuma della stige.


Da: Enrica Salvaneschi e Silvio Endrighi, LIBRO LINTEO, vol. II: STORIE DI LINO, Ro Ferrarese (Ferarra), Book Editore, 2009.