01/03/10

Tracy Chevalier, REMARKABLE CREATURES

Londra, Harper Collins, 2009. Traduzione italiana di M. Ortelio, STRANE CREATURE, Milano, Neri Pozza, 2009

Il romanzo di Chevalier è ambientato a partire dal 1811 a Lyme Regis, in Inghilterra, il luogo in cui un personaggio realmente esistito, Mary Anning, scoprì i fossili di alcuni predecessori dei dinosauri.

Su Mary Anning esiste una pubblicistica nutrita ed è stata protagonista di varie narrative. Il volume di Chevalier la colloca in parte nella prospettiva storica, in parte ne cesella il profilo psicologico inserendola in una situazione familiare di difficoltà economiche, in un ambiente in cui il pregiudizio contro la donna impedì per buona parte della vita di Anning un riconoscimento ufficiale e in una situazione narrativa in cui accadono eventi paralleli a quelli scientifici e storici, fondati sul privato della protagonista.

In particolare la vita di Mary Anning è resa contemporaneamente a quella di una sua conoscente, anch'essa presente nella documentazione storica, ma il cui ruolo viene qui ampliato e narrativizzato, Elisabeth Philpot, proveniente da un'estrazione sociale superiore, interessata ai fossili anche lei e residente a Lyme Regis per un rovescio di fortune: con la morte del padre e il matrimonio del fratello, diventata la casa di Londra troppo piccola per contenere tutta la famiglia, Elisabeth e le sorelle vengono inviate in una casa di Lyme, trascorrendo a Londra solo qualche mese l'anno. L'adattamento di Elisabeth all'ambiente provinciale, le vicende delle sorelle, una sola della quali si sposa, la presenza di corteggiatori tanto di Elisabeth che di Mary, che rischia di inficiare l'amicizia tra le due donne, sono tutti elementi del testo.

Elisabeth, nel romanzo, agisce come un'oscura protettrice di Mary. La sua esistenza solitaria è sottolineata quanto quella dell'amica. La narrazione è in prima persona e alterna un capitolo raccontato da Elisabeth e uno narrato da Mary, con una variazione di registro da medio-colto a popolare, merito non secondario della scrittura di Chevalier.

La convinvenva delle sorelle, l’aspettativa di un matrimonio e la resa dell’ambiente avvengono sulla scorta in parte di Jane Austen (citata nel romanzo) e caratterizzano la narrazione, orientata anche sulla differenza di ceto e ricchezza ma sulla somiglianza della passione per la scienza e sulla diversità dal conformismo prevalente delle due protagoniste.

Il riferimento a Austen, oltre che un omaggio alla scrittura dei classici, è un motivo polemico. Chevalier dichiara: "Abbiamo lo stereotipo dei romanzi di Jane Austen, in cui le donne alla fine trovano l'uomo da sposare. Le due donne di REMARKABLE CREATURES non si sposarono mai. In un certo senso si tratta anche di un'esplorazione di ciò che le donne in quel periodo, se non si sposavano, facevano al posto del matrimonio. È un'alternativa a Jane Austen" [1].

L'autrice spiega inoltre: "Man mano che scrivevo il libro, Elisabeth è diventata una figura importante per me quando lo era già Mary. In quanto personaggio, Elisabeth è stata un vero e proprio dono: ci dà una prospettiva dalla quale vedere Mary. Ho letto in proposito alla loro amicizia e l'ho trovata strana. Elisabeth aveva vent'anni di più ed era molto più agiata di Mary, eppure erano amiche al di là delle differenze di classe e di età. Volevo esplorare questa amicizia. Sappiamo di lei meno che di Mary , ma è chiaro che aveva più esperienza, era più istruita. Dice e pensa a varie cose, mette in questione più credenze di Mary" [2].

Vero quanto alle credenze. La scoperta dei fossili spinge Elisabeth a domandarsi come possa la creazione descritta nella BIBBIA essere coerente col fatto che siano potuti esistere in un passato remoto esseri che non esistono più. Varie sono le risposte fornite da interlocutori cui Elisabeth si rivolge: il religioso che evita la domanda, lo scienziato che propone un compromesso tra quanto Dio aveva previsto e il modo in cui si è attuato in tempi precedenti alle teorie dell'evoluzione.

Sulla condizione femminile e sullo statuto della conoscenza nel primo Ottocento è dunque questo libro, scritto però, come è nelle intenzioni dell'autrice, in modo tale da non annoiare, tale anzi da "intrattenere" [3]. Un romanzo di lettura agile e al contempo di letterarietà notevole.


NOTE

[1] ART NEWS.
[2] Intervista con T. Chevalier, "Philadephia Inquirer", 12-1-2010.
[3] Ibidem.


[Roberto Bertoni]