15/02/10

Swami Rama, Rudolph Ballentine e Swami Ajaja, YOGA PSYCHOTHERAPY

Sottotitolo: THE EVOLUTION OF CONSCIOUSNESS. Prima edizione: 1976. Honesdale, Hymalayan Institute Press, 2007

Il libro, opera di un maestro yoga e due praticanti dello yoga e studiosi nel campo medico e psichiatrico, è in parte teorico, e in parte riferisce di esperienze attuate tramite una terapia che mette in atto vari principi derivati dalla filosofia indiana, in particolare quelli del distacco, ovvero la capacità di non venire coinvolti emotivamente dalle situazioni al punto da esserne travolti fino, in casi estremi, a cadere del deliquio psicotico; il rapporto tra karma (o azione, o prassi di quanto accade nella vita umana) e responsabilità, teso a riflettere su questo legame e ad acquisire coscienza degli eventi e delle loro conseguenze; identità, intesa come indagine sulle identità assunte e l'identità profonda (che nella psicanalisi junghiana sarebbe il "self" e in quella indù più ampiamente e in buona misura diversamente, l'"Atman"; l'equanimità; la sostituzione di abitudini inveterate che rendono infelici con altri atteggiamenti non dannosi per sé e per gli altri.

Viene ricercato nel corso del volume il parallelo tra i concetti dello yoga e quelli della psicoanalisi, per esempio la libido in sintonia con le modalità del secondo chakra, svadhistana, o la tendenza tanto dello yoga quanto della psicoanalaisi ad essere momenti evolutivi.

È certo che, come osserva Eliade (cfr. il post di questo numero al giorno 11-2-2010), c'è una differenza fondamentale tra la ricerca del profondo e la sua manifestazione e gestione in psicoanalisi e nello yoga, per cui pare interessante invece la conciliazione che tentano gli autori di questo volume in termini di evoluzione dagli stati inferiori a quelli superiori, com'è proprio dello yoga, senza reprimere le pulsioni inconsce, ma utilizzandole nella ricerca personale e modificandole, facendo come evaporare le negatività emergenti nella meditazione/autocoscienza col trasportarle dai settori oscuri a quelli chiari e intellettivi della mente.


[Aurelio Devanagari]