21/10/09

Fabio Ferrari, MOQUETTE VERDE E FIORI FINTI ARANCIONI


[Neither green nor orange. Foto di Marzia Poerio]


MOQUETTE VERDE E FIORI FINTI ARANCIONI

La moquette verde e i fiori finti arancioni
ovattavano il salotto.
Il colore e i coprisedili della 127
avevano in sé un’anima
il cuore degli anni settanta.
Presto ci saremmo dati da fare per riparare i danni.
E intanto i cani ti mordono i polpacci
E il gusto delle sigarette ti dà la nausea
Presto ci adopereremo nuovamente in cerca
della tranquillità
Itaca è vicina
Le nebbie sono alte. Le nebbie si diradano
Non ti ricordi di com’era, non sai più com’è!
Non ti curi di nient’altro oltre alla vita
Dentro il recinto,
ma tutte le espressioni languide mi gettano
nell’amarezza
Cosa succede se abbiamo cercato per tutto il tempo
Nel posto sbagliato?
E intanto i cani ti mordono i polpacci
E le sigarette ti danno la nausea
Feste e baldorie
era così che doveva andare
era così che avevamo scelto,
Ma piove nel sole!
E tutto quello che ti avevano raccontato
è falso!



COMMENTO DI GIAN PAOLO RAGNOLI

Fabio Ferrari è arrivato alla terza raccolta di poesie, BLUE NOISE (Novara, Interlinea, 2009); ormai che sia un talento autentico é indiscutibile. Il giovane poeta che esordiva nel 2002 con IL DOMATORE DI STELLE ha raffinato la sua poetica in Da quando la tua parte di letto é fredda e ora, con BLUE NOISE, la riafferma, la rinsalda, la sviluppa.

E’ una poesia del quotidiano, che non rinuncia a confrontarsi con la “vita reale”, quella di tutti i giorni, ma che è capace di trascenderla, di trasformare “lo scendere morbido delle tende” o “la manutenzione dei frigoriferi” in gesti che rivelano il dietro, nascosto, delle cose.

Va alla ricerca della vita Fabio e la trova, negli scorci della nostra città, La Spezia, tra i capelli neri di Micol, tra le parole che si arrotolano, si tendono per arrivare a dire quello che si è intravisto dentro il reale.

“Che immenso laboratorio è il mio!
Che studi terribili ho intrapreso!” (da MICOL)

Con la consapevolezza che “…tutto quello che ti avevano raccontato è falso!” (da MOQUETTE VERDE E FIORI FINTI ARANCIONI) e allora c’è da reinventare una mappa per decifrare quello che abbiamo davanti agli occhi e la poesia può nascere, e nasce, anche da un guardrail.

“Scrivere una poesia, quello sì,
quella è una cosa importante.” (da GUARDRAIL)

Da un poeta, e da un uomo, capace di mettersi a nudo così sinceramente (“tengo vivi i sogni” da NON C'È PIÙ ZUCCHERO), possiamo aspettarci ancora grandi cose.