Dal volume di haiku di Riccardo Duranti, con fotografie di Rino Bianchi (Roma, Corbù Libri, 2007), qui riprodotti col consenso degli autori l'introduzione di Duranti, sei testi (tratti dalle pp. 14, 18, 20, 33, 65, 124) e un'immagine.
Che rapporto c'è tra una forma di poesia di antichissima tradizione giapponese e Mompeo, un minuscolo paese annidato tra le scoscese colline sabine? A prima vista sembrano due realtà lontanissime, destinate a non incontrarsi mai. Eppure il mondo cambia, le distanze si riducono, i contatti s'infittiscono, le culture si mescolano e si scopre così che esistono modi di entrare in relazione con certi valori di fondo che sono universali e non conoscono né confini né barriere linguistiche. Da secoli i giapponesi (e, da almeno due secoli, anche poeti di altri popoli) affidano a questa forma poetica le loro emozioni nei confronti della natura, vista in affettuoso dettaglio contro lo sfondo più ampio del continuo avvicendarsi delle stagioni.
La struttura dello haiku è, apparentemente, semplicissima: si tratta di esprimere un'impressione ricevuta dal mondo esterno, concentrando tutto in diciasssette sillabe (o fiati, secondo la terminologia giapponese), distribuite in gruppi di 5-7-5, su tre versi. Proprio in questa essenzialità sta la forza dello haiku e non è un caso che questa forma si sia mantenuta intatta così a lungo, non solo in ristretti circoli letterari, bensì nella pratica quotidiana di numerosissime persone, di ogni condizione sociale. Sin dalle origini, lo haiku è spesso associato a immagini grafiche e addirittura calligrafiche che ne amplificano il potere evocativo. In questi casi i giapponesi lo chiamano haiga. Più recentemente, anche la fotografia, grazie all'intrinseca capacità di registrare fulminee vibrazioni emotive, è a pieno titolo entrata a far parte degli strumenti a disposizione per la trasmissione delle intuizioni espresse dagli haiku, estendendone la portata. Gli haiku e le foto evocative qui raccolti tracciano il grafico del rapporto di due persone col luogo dove affondano le loro radici emotive più autentiche: essi riconoscono parte di sé in paesaggi, colori, profumi, piante, animali e persone che li circondano ed esprimono la loro stupita gratitudine di fronte a questa corrispondenza.
La speranza è che altri entrino in questa sintonia e si riconoscano nel mondo ricreato dalle parole e dalle immagini stilizzate degli haiku. E siccome riconoscersi, conoscere e entrare in rapporto implicano sempre qualcosa di più profondo, ai confini dell'amore, l'ulteriore speranza è che anche chi legge si ponga in una relazione più armoniosa con l'ambiente in cui vive, amandolo e rispettandolo come la propria eredità più preziosa.
1.
Fitte le gocce
rivelano folate:
l'acqua sospira.
2.
Subito a fuoco
i nidi intricati
contro la luna...
Ruzzica pianu
'a luna 'nfrasticata
'nmiezz'ai piantuni...
3.
Mentono sempre,
di fronte e di profilo,
le foglie morte...
4.
Pagina, neve...
bianco su bianco, il gelo -
pallido fuoco...
5.
In fondo al pozzo
un imperturbabile
rospo-satori...
6.
Brucia la macchia:
prima ancora del cielo
s'offusca il cuore...
Fumo d'incendi
soffoca l'orizzonte:
tuoni lontani...