08/05/07

Laura Vecchi Ford, PROFILI FUSI
















[Laura Vecchi Ford, Pesci uccelli. Dalla mostra di Palazzo Clerici, Milano, maggio 2007. Dipinto riprodotto col permesso dell'autrice]


1

Per P. H.

Dewlip
che contrasto
il tuo baffo irsuto
fili torti in ferro
sulla bocca che arrovescia
dolce parlata di moralizzante
sensualità,
a caccia di quel tanto
che valga salvare
della verità
e dello spirto in temprato ferro ritorto
ritratto dalla possibile rovina
di ciò che era a che potrebbe ora
essere morto.

(Dal breve incontro con P. Hutchinson and
F. Doplicher, giugno '89
)


***


2

Dattilo-ritza-cruenta
a spillar tua vita sul prato
avida bianca mano e intenta
e per tua biologica firma,
forma colore registrata
d'orchidea mito-amata,
pur nelle più umili abbreviate
e fitte campanule quasi fungate,
a petali di luce rossi e mozzi,
tua fama ti ha perduta.

(Da un gesto di cupidigia per un esemplare
piuttosto raro oggi sui monti '88
)


***


3

Profili fusi
pecore volanti
i corvi pascolanti
i tragici gitanti
in ranocchi e topi di casa trasformati
dai ruscelli straripanti;
tempi d'acqua e d'anatre ritornanti.


***


Cielo a pecorelle
acqua a catinelle
le campagne saranno belle
l'erbe lavate, l'aria e terra molle
ad ora più tarda si accendono le stelle;
è l'autunno.
Perchè tarda a tornare chi mi ha amato?,
da anni vado in attesa al limite del prato.

(Cantilene infantili
collegate e usate a blandire rimpianti '88
)



BIOMETRICA

"Dewlip...", labbra di rugiada: un ritratto con parole come colori, dove "sensualità" rima con "verità", ovvero si dà una percezione sensoriale della vita che potrebbe trasmutare in morte, nei versi finali, senza preavviso; nulla si conserva, tutto cambia.

La vita, in "Dattilo-ritza-cruenta...", è "firma biologica", come un DNA segnato da forma e colore, brama di un fiore, perdita della natura per troppa cupidigia, orchidea che si perde, specie che si dissipa e si estirpa.

Nelle due false filastrocche finali, è la labilità del sentimento che non torna, la fluidità dell'acqua che torna perenne su se stessa, a designare la vita che si dissolve e si rinnova, si rinnova e si dissolve...

Strano, no?, come queste poesie sperimentali dicano tanto dell'esistenza, correndo alle radici dell'essere umani e parte di natura più che se ciò fosse pronunciato da retoriche tradizionali. Ironia e serietà si danno la mano dietro parole semplici, ma insolite al contempo per il contesto in cui si dispongono.

(Altre poesie e un altro dipinto di Laura Vecchi Ford sono usciti su "Carte allineate", 2, in data 8-2-2007).

[Roberto Bertoni]